Metilfenidato nel trattamento di ADHD: sicurezza


L’EMEA ( European Medicines Agency ) ha completato una revisione riguardo ai benefici e ai rischi del Metilfenidato ( Ritalin ).
Il Comitato scientifico ( CHMP) dell’EMEA ha concluso che sulla base degli attuali dati, i benefici del Metilfenidato continuano a superare i rischi quando il farmaco viene impiegato nelle indicazioni autorizzate.

Il Metilfenidato non deve essere impiegato nei pazienti con:

- diagnosi o storia di grave depressione, anoressia nervosa o disordini anoressici, tendenze suicidarie, sintomi psicotici, mania, schizofrenia, gravi disordini dell’umore o disturbo della personalità psicopatico o borderline;

- diagnosi o storia di grave disordine bipolare grave o episodico;

- preesistenti disordini cerebrovascolari, es. aneurisma cerebrale e anormalità vascolari, tra cui vasculite o ictus;

- preesistenti disturbi cardiovascolari tra cui ipertensione grave, insufficienza cardiaca, malattia arteriosa occlusiva, angina, malattia congenita emodinamicamente significativa, cardiomiopatie, infarto miocardico, aritmie potenzialmente minaccianti la vita, disfunzione dei canali cardiaci.

C’è mancanza di dati riguardo agli effetti nel lungo periodo del Metilfenidato. Per i pazienti che assumono Metilfenidato per periodi prolungati ( es. più di 1 anno ), i medici dovrebbero interrompere periodicamente il trattamento almeno 1 volta l’anno e determinare se sia necessario continuare.

Il NICE ( National Institute for Clinical Excellence ) ha raccomandato che nei bambini in età scolare e nei giovani, il trattamento farmacologico deve essere offerto come terapia di prima linea nella forma grave di disturbo da deficit di attenzione e iperattività ( ADHD ). ( Xagena2009 )

Fonte: Drug Safety Update – MHRA, 2009


Psyche2009 Farma009 Pedia2009


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