Associazione tra fosfolipidi Omega 3 a lunga catena nel plasma e fibrillazione atriale incidente negli anziani
Studi sperimentali hanno indicato che gli Acidi grassi a lunga catena n-3 polinsaturi ( n-3 PUFA; Omega-3 ) possono ridurre il rischio di fibrillazione atriale.
Sono stati confrontati precedenti studi che hanno valutato il consumo di pesce o n-3 PUFA da questionari dietetici e sulla fibrillazione atriale incidente.
I livelli circolanti di n-3 PUFA hanno fornito una misurazione oggettiva di esposizione.
Tra 3.326 uomini e donne statunitensi di età maggiore o pari a 65 anni e liberi da fibrillazione atriale o insufficienza cardiaca al basale, i livelli plasmatici di fosfolipidi di Acido Eicosapentaenoico ( EPA ), Acido Docosapentaenoico ( DPA ) e Acido Docosaesaenoico ( DHA ) sono stati misurati al basale con l'uso di metodi standardizzati.
La fibrillazione atriale incidente ( 789 casi ) è stata identificata in modo prospettico da schede di dimissione ospedaliera e studi di visite di ECG durante un follow-up di 31.169 anni-persona ( 1992-2006 ).
In modelli multivariati di Cox aggiustati per altri fattori di rischio, il rischio relativo tra il quartile più alto rispetto al quartile più basso dei livelli n-3 PUFA totali ( EPA + DPA + DHA ) è stato di 0.71 ( P per trend=0.004 ) e dei livelli di DHA è stato pari a 0.77 ( P per trend=0.01 ).
L'Acido Eicosapentaenoico e i livelli di Acido Docosapentaenoico non sono stati significativamente associati alla fibrillazione atriale incidente.
In una valutazione non parametrica, sia n-3 PUFA totali che l'Acido Docosaesaenoico hanno mostrato un'associazione inversa graduale e lineare, con l'incidenza di fibrillazione atriale.
Aggiustamento per eventi intercorsi come insufficienza cardiaca o infarto miocardico durante il follow-up non ha sensibilmente alterato i risultati.
In conclusione, negli anziani, una maggiore circolazione di n-3 PUFA a lunga catena totali e di Acido Docosaesaenoico sono risultati associati a un minor rischio di fibrillazione atriale incidente.
Questi risultati evidenziano la necessità di valutare se l'aumento dell'assunzione alimentare di questi acidi grassi possa essere efficace per la prevenzione primaria della fibrillazione atriale. ( Xagena2012 )
Wu J H Y et al, Circulation 2012; 125: 1084-1093
Cardio2012 Farma2012
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