Efficacia della terapia con beta-bloccanti dopo infarto miocardico acuto nei pazienti anziani con BPCO o asma


I Ricercatori del Department of Medicine della Yale University School of Medicine ( New Haven, Usa) hanno valutato l’uso e l’efficacia della terapia con beta-bloccanti dopo infarto miocardico acuto nei pazienti anziani con malattia polmonare ostruttiva cronica (BPCO) o asma.
Poiché i pazienti con BPCO o asma sono stati esclusi dagli studi clinici che impiegavano i beta-bloccanti per il trattamento dell’infarto miocardico acuto (IMA), non è ben definito il beneficio per questi pazienti di assumere i beta-bloccanti dopo l’IMA.
E’ stata esaminata la relazione tra l’uso dei beta-bloccanti alla dimissione e la mortalità ad 1 anno, utilizzando i dati del Cooperative Cardiovascular Project, nei pazienti con BPCO o asma, che non stavano usando i beta-agonisti, nei pazienti con BPCO o asma che stavano usando i beta-agonisti e nei pazienti con evidenza di gravità della malattia (uso di Prednisone, o precendente ospedalizzazione per BPCO o asma) rispetto ai pazienti senza BPCO o asma.
Dei 54.962 pazienti senza controindicazioni ai beta-bloccanti, i pazienti con BPCO o asma (20%) avevano una minore probabilità che il medico prescrivesse loro i beta-bloccanti alla dimissione dopo IMA.
Dopo aggiustamenti tra fattori clinici e demografici, i Ricercatori hanno trovato che i beta-bloccanti erano associati ad una più bassa mortalità ad 1 anno nei pazienti con BPCO o asma, che non assumevano beta-agonisti.
Un beneficio per la sopravvivenza dei beta-bloccanti non è stato invece trovato tra i pazienti che stavano assumendo beta-agonisti o con grave BPCO o asma.
Pertanto la terapia con beta-bloccanti dopo IMA può comportare beneficio nei pazienti con BPCO o asma, lievi.

Chen J et al, J Am Coll Cardiol 2001; 37: 1950-1956

( Xagena2001 )


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