Insufficienza cardiaca: elevate concentrazioni plasmatiche del peptide natriuretico di tipo B inibiscono l’attività della neprilisina circolante


Un studio ha cercato di ipotizzare se gli elevati livelli di BNP ( peptide natriuretico di tipo B ) fossero in grado di agire come un inibitore della neprilisina endogena.

Un tratto distintivo della insufficienza cardiaca acuta scompensata ( ADHF ) è la sovrapproduzione di peptidi natriuretici da parte dei cardiomiociti sottoposti a stiramento.
Varie strategie sono state sviluppate per potenziare l'effetto benefico dei peptidi natriuretici, incluso il recente uso degli inibitori del recettore dell'angiotensina-neprilisina.
Contrariamente ai roditori, il BNP umano è poco sensibile alla degradazione della neprilisina mentre mantiene affinità per la neprilisina.

Sono stati arruolati 638 pazienti che si erano presentati al Pronto Soccorso con dispnea acuta, di cui 468 presentavano insufficienza cardiaca acuta scompensata e 169 avevano dispnea di origine non-cardiaca.
Sono stati anche inclusi 46 pazienti con insufficienza cardiaca cronica stabile e 10 soggetti sani di pari età.

I campioni di plasma sono stati raccolti entro 4 ore dopo l'ammissione al Dipartimento di Emergenza.

E’ stato osservato che quando i livelli di BNP plasmatico salivano sopra i 916 pg/ml, l’attività della neprilisina risultava marcatamente ridotta ( p inferiore a 0.0001 ) e il 95% della popolazione è stato stratificato in 2 gruppi con prognosi differenti: a) BNP inferiore a 916 pg/ml con attività della neprilisina maggiore o uguale a 0.21 nmol/ml/min; b) BNP maggiore o uguale a 916 pg/ml con attività della neprilisina maggiore di 0.21 nmol/ml/min.

In vitro, BNP era responsabile della inibizione della neprilisina.
L’attività della neprilisina è risultata inversamente correlata alla concentrazione della sostanza P ( Ρ = -0.80; p inferiore a 0.0001 ).

In conclusione, oltre a essere un effettore della risposta cardiaca allo stiramento dei cardiomiociti nell’insufficienza cardiaca acuta scompensata, gli elevati livelli di BNP plasmatico esercitano anche un’azione inibitrice nei confronti della neprilisina endogena.
Una soglia di BNP biologicamente rilevante discrimina due popolazioni di pazienti con scompenso cardiaco con diversi profili di peptide vasoattivo e diverso esito.
Se confermato, questo permetterebbe di identificare una soglia importante per la gestione dei pazienti con scompenso cardiaco.

Prospettive

Il BNP rappresenta un biomarcatore gold-standard nello scompenso cardiaco; un valore cutoff a 916 pg/ml discrimina i pazienti con alta e bassa attività di neprilisina, quindi in grado, potenzialmente, di identificare i soggetti che risponderanno alla inibizione della neprilisina. ( Xagena2015 )

Nicolas Vodovar N et al, JCHF 2015; 3: 629-636

Cardio2015



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