Ossigeno notturno nella malattia polmonare ostruttiva cronica


L'ossigenoterapia a lungo termine migliora la sopravvivenza nei pazienti con broncopneumopatia ostruttiva cronica ( BPCO ) e ipossiemia cronica grave diurna.
Tuttavia, l'efficacia dell'ossigenoterapia per la gestione dell'ipossiemia notturna isolata è incerta.

È stato progettato uno studio randomizzato in doppio cieco, controllato con placebo per determinare, nei pazienti con BPCO e desaturazione di Ossigeno arterioso notturno senza qualificarsi per l'ossigenoterapia a lungo termine, se l'Ossigeno notturno fornito per un periodo di 3-4 anni possa diminuire la mortalità o il peggioramento della malattia in modo tale che i pazienti soddisfino le attuali specifiche per l'ossigenoterapia a lungo termine.

I pazienti con una saturazione di Ossigeno inferiore al 90% per almeno il 30% del tempo di registrazione sull'ossimetria notturna sono stati assegnati a ricevere Ossigeno notturno o aria ambientale da un concentratore fittizio ( placebo ).

L'esito primario era un composito di morte per qualsiasi causa o l’esigenza di ossigenoterapia a lungo termine definita dai criteri dello studio NOTT ( Nocturnal Oxygen Therapy Trial ) nella popolazione intent-to-treat.

Il reclutamento è stato interrotto prematuramente a causa delle difficoltà di reclutamento e mantenimento nello studio dopo che 243 pazienti, su 600 previsti, erano stati randomizzati in 28 centri.

A 3 anni di follow-up, il 39.0% dei pazienti assegnati all'Ossigeno notturno ( 48 su 123 ) e il 42.0% di quelli assegnati al placebo ( 50 su 119 ) soddisfacevano i criteri definiti da NOTT per l'ossigenoterapia a lungo termine o erano morti ( differenza, −3.0 punti percentuali ).

Questo studio sottodimensionato non ha fornito alcuna prova che indichi che l'Ossigeno notturno abbia un effetto positivo o negativo sulla sopravvivenza o sulla progressione verso l'ossigenoterapia a lungo termine nei pazienti con BPCO. ( Xagena2020 )

Lacasse Y et al, N Engl J Med 2020; 383: 1129-1138

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