Corticosteroidi ed esito nei bambini sottoposti a chirurgia cardiaca per malattia congenita
I bambini sottoposti a chirurgia cardiaca per malattia congenita spesso ricevono corticosteroidi, con l'obiettivo di ridurre la risposta infiammatoria dopo bypass cardiopolmonare, ma la validità di questo approccio non è ben definita.
Sono stati valutati gli esiti associati ai corticosteroidi nei bambini ( da 0 a 18 anni ) sottoposti a cardiochirurgia per malattia congenita in 38 Centri degli Stati Uniti nel periodo 2003-2008.
L'analisi multivariata aggiustata per il punteggio di propensione e per le singole covariate è stata effettuata per valutare la mortalità ospedaliera, la durata della degenza postoperatoria, la durata della ventilazione, le infezioni e l’uso di Insulina.
Sono stati inclusi in totale 46.730 bambini; il 54% di questi ha ricevuto corticosteroidi.
Nell’analisi multivariata, non è stata evidenziata alcuna differenza nella mortalità tra coloro che avevano assunto corticosteroidi e quelli non-trattati con questi farmaci ( odds ratio OR=1.13 ).
I corticosteroidi sono stati associati a più lunga durata della degenza ( differenza media di minimi quadrati, 2.18 giorni ), a infezioni maggiori ( OR=1.27 ) e a un maggior uso di Insulina ( OR=2.45 ).
Non è stata rilevata alcuna differenza nella durata della ventilazione.
Nell'analisi stratificata per la categoria RACHS-1, nessun beneficio significativo è stato osservato in qualsiasi gruppo, e l'associazione di corticosteroidi con aumento della morbosità è stata più evidente nelle categorie RACHS-1 da 1 a 3.
In conclusione, in questa analisi osservazionale di bambini sottoposti a intervento chirurgico cardiaco congenito, non è stato possibile dimostrare un beneficio significativo associato ai corticosteroidi, mentre è stato evidenziato che i corticosteroidi possono essere associati ad aumento della morbilità, in particolare nei pazienti a rischio più basso. ( Xagena2010 )
Pasquali SK et al, Circulation 2010; 122: 2123-2130
Cardio2010 Pedia2010 Chiru2010
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