Relazione tra depressione ed aumentato rischio di mortalità e reospedalizzazione nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia


I pazienti con insufficienza cardiaca congestizia possono presentare un’alta incidenza di depressione, che può aumentare il rischio di esiti avversi.
Sono stati esaminati i pazienti di 18 anni o più anziani, in classe NYHA II o superiore, con una frazione d’eiezione del 35% o meno, o entrambi, ammessi al Servizio di Cardiologia tra il 1 marzo 1997 ed il 30 giugno 1998.
I pazienti con un punteggio alla scala BDI (Beck Depression Inventory) pari a 10 o più, sono stati sottoposti al National Institute of Health Diagnostic Interview Schedule, modificato, per l’identificazione di forme gravi di depressione.
Dei 374 pazienti studiati, il 35,3% aveva un punteggio BDI di 10 o più alto, ed il 13,9% aveva una forma grave depressione.
La mortalità totale è stata del 7,9% a 3 mesi e del 16,2% ad 1 anno.
La depressione maggiore è risultata associata ad un’aumentata mortalità a 3 mesi e ad 1 anno, e ad un’aumentata reospedalizzazione a 3 mesi e ad 1 anno.
Questi aumenti di rischio sono risultati indipendenti dall’età, dalla classe NYHA, dalla frazione d’eiezione basale e dall’eziologia ischemica dell’insufficienza cardiaca congestizia.

Jiang W et al, Arch Intern Med 2001; 161: 1849-1856

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