L’Aspirina porta beneficio nei pazienti ipertesi con malattia renale cronica


È stato condotto uno studio allo scopo di determinare i benefici e i rischi associati a terapia antipiastrinca nella popolazione con malattia renale cronica.

I rischi cardiovascolari e di sanguinamento risultano elevati nei pazienti con malattia renale cronica, ma il bilancio dei rischi e dei benefici associati a terapia antipiastrinica rimane incerto.

Lo studio HOT ( Hypertension Optimal Treatment ) ha assegnato in maniera casuale pazienti con ipertensione diastolica ad Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ) 75 mg ) oppure a placebo, e gli effetti del trattamento sono stati calcolati utilizzando modelli di regressione lineare univariata stratificati per velocità stimata di filtrazione glomerulare al basale.

Gli end point includevano eventi cardiovascolari maggiori, mortalità totale e sanguinamento maggiore.

Lo studio ha incluso 18.597 pazienti trattati per 3.8 anni.

La velocità stimata di filtrazione glomerulare al basale era inferiore a 60 ml/min/1.73 m(2) in 3.619 partecipanti.

Gli eventi cardiovascolari maggiori si sono ridotti del 9%, 15% e 66% nei pazienti con velocità stimata di filtrazione glomerulare basale maggiore o uguale a 60, tra 45 e 59, e inferiore a 45 ml/min/1.73 m(2), rispettivamente ( p tendenza=0.03 ).

La mortalità totale si è ridotta dello 0%, 11% e 49%, rispettivamente ( p tendenza=0.04 ), mentre gli eventi di sanguinamento maggiore sono risultati maggiori in modo non-significativo con velocità stimata di filtrazione glomerulare più bassa ( hazard ratio, HR=1.52, HR=1.70 e HR=2.81, rispettivamente; p tendenza=0.30 ).

Per ogni 1.000 persone con velocità stimata di filtrazione glomerulare inferiore a 45 ml/min/1.73 m(2) trattate per 3.8 anni, è possibile prevenire 76 eventi cardiovascolari maggiori e 54 decessi per tutte le cause, mentre si manifestano 27 sanguinamenti maggiori in eccesso.

In conclusione, la terapia con Acido Acetilsalicilico produce una riduzione negli eventi cardiovascolari maggiori e nella mortalità nei pazienti con malattia renale cronica rispetto a quelli con funzione renale normale.
L’aumentato rischio di sanguinamento maggiore sembra essere superato da benefici sostanziali. ( Xagena2010 )

Jardine MJ et al, J Am Coll Cardiol 2010; 56: 956-965


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