Prognosi favorevole per il lichen planus vulvare grazie a terapia ultra-potente con corticosteroidi


Uno studio, compiuto presso il Churchill Hospital di Oxford, ha avuto come obiettivo quello di raccogliere le caratteristiche cliniche, la risposta sintomatica al trattamento, e la risoluzione dei segni clinici in un’ampia coorte di donne con lichen planus erosivo vulvare.

Un totale di 114 donne adulte hanno preso parte allo studio di coorte, prospettico, descrittivo con un follow-up medio di 72 mesi.
Le partecipanti avevano una diagnosi clinica di lichen planus erosivo vulvare.

Le donne hanno ricevuto trattamento con corticosteroidi per uno topico con o senza altre preparazioni topiche e trattamenti sistemici come parte della loro cura normale.

L’età media all’insorgenza dei sintomi a livello vulvare era di 56.9 anni.

La terapia di prima linea era rappresentata da corticosteroidi per uso topico ultra-potenti in 89 donne ( 75% ).
Di queste, 63 ( 71% ) erano libere da sintomi durante il trattamento.

In generale e nel tempo, 86 donne ( 75% ) sono migliorate grazie alla terapia, comprendendo 62 donne ( 54% ) libere da sintomi ( risposta buona ) e 24 ( 21% ) con risposta parziale.
Un totale di 18 donne ( 16% ) non è andata incontro ad alcun cambiamento e 10 ( 9% ) hanno manifestato peggioramenti.

In generale, una risposta ha interessato 113 pazienti.
Solamente il 10 di queste pazienti ( 9% ) ha riportato una completa risoluzione dei segni vulvari clinici ad eccezione della cicatrizzazione, con 57 donne ( 50% ) che hanno manifestato risoluzione dell’erosione.

Il carcinoma a cellule squamose è stato riscontrato in 3 donne ( 3% ).

Da quanto emerso è stato possibile affermare che il trattamento ultrapotente con corticosteroidi per uso topico rappresenta un’efficace terapia per il lichen planus vulvare con sollievo dei sintomi nel 71% dei casi.
Col tempo e con il trattamento, tre quarti delle pazienti possono attendersi un miglioramento generale dei sintomi, e la metà una guarigione delle lesioni. ( Xagena2006 )

Cooper SM et al, Arch Dermatol 2006; 142: 289-294


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