Rischio trombotico dopo assunzione di farmaci antinfiammatori


L’impiego degli inibitori selettivi COX-2 è associato ad un aumento di 1.4 volte il rischio di infarto miocardico, ictus o morte vascolare rispetto al placebo.

Anche il Diclofenac ( Voltaren ) e l’Ibuprofene ( Brufen ) ad alti dosaggi sono associati ad un aumentato rischio, a differenza delle alte dosi di Naprossene ( Naprosyn ).

Patricia M Kearney della Oxford University ( Gran Bretagna ) ed altri Ricercatori hanno valutato gli effetti degli inibitori selettivi della cicloossigenasi 2 ( COX-2 ) e dei tradizionali farmaci antinfiammatori non steroidei ( FANS ) sul rischio di eventi vascolari.

E’ stata compiuta una meta-analisi di dati pubblicati e non pubblicati.

Da questa analisi è emerso che rispetto ai soggetti trattati con placebo quelli che sono stati trattati con inibitori selettivi COX-2 erano associati ad un aumento del 42% del rischio di gravi eventi vascolari con nessuna differenza tra i diversi inibitori COX-2.
Questo era principalmente attribuibile ad un aumentato rischio di infarto miocardico.

Tra gli studi clinici di almeno 1 anno di durata ( media 2.7 anni ), il rate ratio per gli eventi vascolari è risultato essere 1.45 ( p = 0.005 ).

L’incidenza di gravi eventi vascolari è risultata simile tra gli inibitori selettivi COX-2 ed i tradizionali FANS.
Differenze statisticamente significative sono state trovate tra un inibitore selettivo COX-2 ed il Naprossene ( 1.57 ) e tra un inibitore selettivo COX-2 ed un FANS che non fosse il Naprossene ( 0.88 ).

In generale, il rate ratio ( rapporto tra i tassi ) per gli eventi vascolari, rispetto al placebo, è stato 0.92 per il Naprossene, 1.51 per l’Ibuprofene e 1.63 per il Diclofenac.

I risultati dello studio hanno mostrato che gli inibitori selettivi COX-2 sono associati ad un moderato aumento del rischio di eventi vascolari.
Regimi ad alto dosaggio di Ibuprofene e Diclofenac, ma non quelli ad alto dosaggio di Naprossene, sono associati a rischio di eventi vascolari. ( Xagena2006 )

Kearney PM et al, BMJ 2006; 332: 1302-1308


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