Anti-infiammatori: il Fenilbutazone nella carne equina


Il Fenilbutazone è una sostanza che rientra nella classe dei farmaci noti come medicinali anti-infiammatori non-steroidei ( FANS ). I FANS sono abitualmente utilizzati come analgesici nei medicinali ad uso umano e veterinario.
Il Fenilbutazone è stato introdotto nel 1949 come medicinale ad uso umano per il trattamento della artrite reumatoide e della gotta. Allo stato attuale è utilizzato solo sotto supervisione di uno specialista nei pazienti che soffrono di gravi forme di artrite nei casi in cui altri trattamenti non sono risultati efficaci.
Il Fenilbutazone è utilizzato per il trattamento del dolore e della febbre nei cavalli nei cani. Nei cavalli, alcuni Stati membri ne permettono l'uso per il trattamento di patologie croniche articolari e ossee come artriti e tendiniti nei cavalli sportivi e nei cavalli da compagnia non-destinati alla filiera alimentare.

Il Fenilbutazone non è ammesso nella filiera alimentare e tracce di questa sostanza nella carne equina sono la conseguenza di un’immissione illecita nella filiera alimentare di carcasse di cavalli trattati con questa sostanza. In base alla legislazione UE ( Unione Europea ), il trattamento dei cavalli sportivi con Fenilbutazone deve essere registrato nel loro passaporto equino, con la conseguente definitiva esclusione degli animali dalla macellazione per il consumo umano.

L’Agenzia Europea dei Medicinali ( EMA ) ha valutato il Fenilbutazone nel 1997 allo scopo di fissare i livelli massimi di residui consentiti ( LMR ) negli alimenti di origine animale. I dati allora disponibili non avevano consentito di raggiungere delle conclusioni sul livello di sicurezza del Fenilbutazone che poteva essere considerato sicuro negli alimenti di origine animale. Poiché non poteva essere stabilito alcun LMR, non è stato permesso agli animali trattati con Fenilbutazone di far parte della filiera alimentare.

Il Fenilbutazone è tossico per il midollo osseo e l'esposizione a questa sostanza è stata associata ad anemia aplastica, una malattia del sangue rara ma grave nella quale il midollo osseo non produce un numero sufficiente di nuove cellule ematiche. Si stima che l'anemia aplastica colpisca un numero limitato di individui sensibili con un’incidenza di circa 1 su 30.000.
Vi sono inoltre incertezze circa la potenziale genotossicità ( ossia la capacità di danneggiare il DNA cellulare ) e cancerogenicità della sostanza.

La relazione annuale dell'Unione Europea sui residui di medicinali veterinari negli alimenti ha dimostrato che il Fenilbutazone è rinvenuto raramente in carne di cavallo e pertanto si stima che la probabilità che i cittadini europei siano esposti a Fenilbutazone attraverso il consumo di carne equina sia bassa. ( Xagena2013 )

Fonte: AIFA, 2013


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