Efficacia del passaggio tra inibitori del TNF nella spondilite anchilosante


Uno studio ha valutato l’efficacia del passaggio a un secondo inibitore del fattore di necrosi tumorale ( TNF ) in pazienti con spondilite anchilosante.

Lo studio ha incluso pazienti naive al trattamento anti-TNF che avevano iniziato la terapia con un inibitore del TNF, così come la terapia con un secondo inibitore di TNF in questi stessi pazienti.

I dati relativi all’efficacia sono stati confrontati tra i pazienti passati a un secondo farmaco rispetto a quelli che non hanno effettuato tale passaggio e anche all’interno dei pazienti che hanno effettuato il passaggio ( primo e secondo inibitore di TNF ).

Sono stati inclusi 514 pazienti con spondilite anchilosante naive ai farmaci anti-TNF: 77 sono passati a un secondo farmaco, mentre 437 non hanno effettuato tale passaggio.

Le percentuali di persone che non hanno cambiato farmaco in trattamento con Etanercep ( Enbrel ), Infliximab ( Remicade ) e Adalimumab ( Humira ) sono state 53%, 32% e 15% e le percentuali di primo e secondo inibitore del TNF in quelli che hanno effettuato il cambio di farmaco sono state, rispettivamente, 42%, 53%, 5% e 40%, 23%, 36%.

La ragione che ha determinato il passaggio a un farmaco diverso è stata: risposta insufficiente in 30 casi, eventi avversi in 44 e non riportata in 3 pazienti.

A 3 mesi, le risposte BASDAI 50 ( Bath Ankylosing Spondylitis Disease Activity Index 50, cioè un miglioramento del 50% rispetto al valore iniziale ) e ASAS 40 ( Assessment of SpondyloArthritis international Society 40 ) sono state raggiunte dal 49% e dal 38% dei pazienti che non hanno effettuato il passaggio a un altro farmaco, dal 25% e dal 30% di coloro che hanno cambiato trattamento dopo un primo inibitore di TNF e dal 28% e dal 31% dopo un secondo inibitore del TNF.

Il livello di attività della malattia a 3 mesi è risultato più elevato per coloro che sono passati a un secondo inibitore TNF, rispetto ai pazienti che non hanno effettuato il passaggio.

Il tasso di abbandono del trattamento è risultato più alto nel corso della terapia con il secondo inibitore del TNF tra quelli che hanno cambiato farmaco che tra quelli che non l’hanno fatto ( p=0.001 ).

Non sono state osservate differenze nell’efficacia del secondo inibitore di TNF tra chi aveva cambiato regime terapeutico sulla base di una risposta insufficiente o a eventi avversi.

In conclusione, questo studio ha confermato che il passaggio a un secondo inibitore di TNF può risultare efficace in pazienti con spondilite anchilosante e altrettanto utile nell’artrite reumatoide anche se l’efficacia generale sembra essere in qualche modo più bassa rispetto a quella osservata in persone che non sono passate a un secondo farmaco. ( Xagena2010 )

Lie E et al, Ann Rheum Dis 2010; Epub ahead of print


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