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I farmaci leganti il fosfato nella malattia renale cronica

I leganti del fosfato sono ampiamente utilizzati per controllare i livelli sierici di fosforo nei pazienti con malattia renale cronica.

Sono stati analizzati gli effetti dei leganti dei fosfati nei pazienti affetti da nefropatia cronica mediante una revisione sistematica e una meta-analisi di dati di letteratura.

Gli outcome analizzati sono stati i livelli sierici di fosforo, i livelli di calcio e di ormone paratoroideo, l'incidenza di ipercalcemia, mortalità per qualsiasi causa e gli effetti avversi.

Sono stati inclusi 40 studi per un totale di 6.406 pazienti.
Con Sevelamer ( Renagel ) non è stata risocntrata alcuna diminuzione significativa della mortalità per qualsiasi causa ( 10 studi clinici controllati randomizzati, 3.079 pazienti; rischio relativo [RR] 0.73 ), ricovero ospedaliero, o dei livelli sierici del prodotto calcio-fosforo, rispetto ai prodotti a base di Calcio.
Alla fine del trattamento con i sali di Calcio c'è stata una significativa diminuzione dei livelli di fosforo ed ormone paratiroideo, rispetto a Sevelamer, e un significativo riduzione del rischio di ipercalcemia ( RR=0.47 ) con Sevelamer rispetto ai prodotti a base di Calcio.
Con Sevelamar, rispetto ai sali di Calcio, c'è stato un aumento significativo del rischio di eventi avversi a livello gastrointestinale ( RR=1.39 ).

Rispetto agli agenti a base di Calcio, il Lantanio ( Foznol ) produce, alla fine del trattamento, una significativa diminuzione dei livelli sierici di calcio e del prodotto calcio-fosforo, ma con livelli di fosfato simili.

Gli effetti dell'Acetato di Calcio sugli endpoint biochimici erano simili a quelli del Bicarbonato di calcio.

I dati esistenti non hanno, tuttavia, mostrato alcun impatto differenziale di qualsiasi legante del fosfato sulla mortalità cardiovascolare.

In conclusione, attualmente, ci sono dati insufficienti per stabilire la superiorità comparativa degli agenti non-leganti il Calcio rispetto ai leganti del fosfato contenenti Calcio, ad esempio, nella mortalità generale e nella mortalità cardiovascolare. ( Xagena2009 )

Navaneethan SD et al, Am J Kidney Dis 2009; 54: 619-637


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