Incidenza ed implicazione prognostica dell’insufficienza renale acuta dopo intervento coronarico percutaneo


Nei pazienti sottoposti ad intervento coronarico percutaneo ( PCI ) può insorgere insufficienza renale acuta.
Un’analisi retrospettiva del Mayo Clinic Registry ha cercato di determinare l’incidenza , i fattori di rischio e le implicazioni prognostiche dell’insufficienza renale acuta , definita come un aumento della creatinina plasmatica superiore a 0,5 mg/dL rispetto al valore basale dopo PCI.
Dei 7.586 pazienti , 254 ( 3,3%) hanno presentato insufficienza renale acuta. Tra i pazienti con livelli di creatinina plasmatica basale inferiore a 2, il rischio di insufficienza renale è risultato maggiore solo nei pazienti con diabete , mentre con valori superiori a 2 tutti i pazienti erano a rischio di insufficienza renale acuta. All’analisi multivariata, l’insufficienza renale acuta era associata al valore basale della creatinina plasmatica , infarto miocardico acuto , shock e volume del mezzo di contrasto somministrato.
Il 22% dei pazienti con insufficienza renale acuta sono morti durante l’ospedalizzazione contro l’1,4% dei pazienti senza insufficienza renale acuta ( p < 0,0001 ).
Tra coloro che hanno presentato insufficienza renale acuta e che sono sopravvissuti, la percentuale di mortalità ad 1 e a 5 anni è stata del 12,1% e del 44,6%, rispettivamente.
Questo valore è risultato superiore all’incidenza di mortalità del 3,7% e del 14,5% nei pazienti senza insufficienza renale acuta ( p < 0.0001 ).
I pazienti con diabete e con livelli di creatinina plasmatica al basale inferiore di 2 mg/dL sono a più alto rischio rispetto ai pazienti senza diabete , mentre tutti i pazienti con creatinina superiore a 2 sono ad alto rischio di insufficienza renale acuta. L’insufficienza renale acuta è risultata strettamente correlata alla morte durante l’ospedalizzazione , ma anche nel periodo dopo la dimissione. ( Xagena2002 )

Rihal CS et al, Circulation 2002; 105 : 2259-2264


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