Uso di anticoagulanti orali per la prevenzione dell’ictus nei pazienti con fibrillazione atriale che hanno una storia di emorragia intracranica


Il rischio di un'ulteriore emorragia intracranica e il beneficio della riduzione del rischio di ictus con l'uso di anticoagulanti orali per i pazienti che hanno fibrillazione atriale con una storia di emorragia intracranica rimane non ben definito.
Sono stati esaminati i rischi e i benefici nei pazienti che hanno fibrillazione atriale con una precedente emorragia intracranica trattati con Warfarin ( Coumadin ) o antiaggreganti piastrinici rispetto a nessuna terapia antitrombotica.

Lo studio ha utilizzato il database National Health Insurance Research in Taiwan.
Tra 307.640 pazienti con fibrillazione atriale con punteggio CHA2DS2-VASc di 2 o superiore, sono stati identificati 12.917 pazienti con una storia di emorragia intracranica e sono stati assegnati a 1 di 3 gruppi, cioè nessun trattamento, terapia antiaggregante, e Warfarin.

Tra i pazienti con precedente emorragia intracranica, i tassi di emorragia intracranica e ictus ischemico nei pazienti non-trattati sono stati rispettivamente 4.2 e 5.8 per 100 anni-persona.

I tassi annuali di ictus ischemico e di emorragia intracranica degli utilizzatori di Warfarin sono stati, rispettivamente, 5.9% e 3.4%.
Tra gli utilizzatori di antiaggreganti piastrinici, i tassi annui sono stati rispettivamente 5.3% e 5.2%.

Il numero necessario da trattare ( NNT ) per prevenire 1 ictus ischemico è stato inferiore al numero necessario per nuocere per provocare 1 evento di emorragia intracranica con l'utilizzo di Warfarin in pazienti con un punteggio CHA2DS2-VASc di 6 ( 37 vs 56 ).
Il numero necessario da trattare è stato superiore al numero necessario per nuocere per i pazienti con un punteggio CHA2DS2-VASc minore di 6 ( 63 vs 53 ).

In conclusione, l’uso di Warfarin può essere utile per i pazienti che hanno fibrillazione atriale con una precedente emorragia intracranica e un punteggio CHA2DS2-VASc di 6 o superiore.
Sono necessari ulteriori studi per capire se l'uso di anticoagulanti orali antagonisti non-vitamina K può abbassare la soglia per il trattamento. ( Xagena2016 )

Chao TF et al, Circulation 2016; 133: 1540-1547

Cardio2016 Neuro2016 Farma2016


Indietro

Altri articoli

Gli attuali strumenti di decisione clinica per valutare il rischio di sanguinamento nei soggetti con fibrillazione atriale hanno prestazioni limitate...


Vi è incertezza sull’uso degli anticoagulanti orali diretti ( DOAC ) nei pazienti con disfunzione renale. Utilizzando il database COMBINE AF...


La tromboprofilassi ottimale per i pazienti ospedalizzati con malattia da coronavirus 2019 ( Covid-19 ) è incerta. In uno studio su...


LAAOS III ( Left Atrial Appendage Occlusion Study III ) ha dimostrato che l’occlusione dell’auricola atriale sinistra ( LAA )...


Nei pazienti affetti da cancro che presentano eventi di tromboembolia venosa ( VTE ), viene raccomandata l'anticoagulazione a lungo termine...


L'ictus ischemico nonostante la somministrazione di un anticoagulante orale diretto ( DOAC ) è sempre più comune e comporta un...


Negli studi cardine randomizzati controllati per i pazienti con fibrillazione atriale, gli anticoagulanti orali diretti ( DOAC ) hanno mostrato...


Il profilo beneficio-rischio degli anticoagulanti orali diretti ( DOAC ) rispetto al Warfarin e tra gli anticoagulanti orali diretti nei...


La fibrillazione atriale non-valvolare ( NVAF ) è associata a un aumentato rischio di demenza. Gli anticoagulanti orali ( OAC...


Rispetto ad altri anticoagulanti orali diretti, Apixaban è risultato associato a tassi più bassi di sanguinamento gastrointestinale ma tassi simili...