Abbassamento della pressione sanguigna per la prevenzione della malattia cardiovascolare e della mortalità
I vantaggi del trattamento per l’abbassamento della pressione sanguigna per la prevenzione delle malattie cardiovascolari sono ben stabiliti. Tuttavia, la misura in cui questi effetti si differenziano in base a pressione arteriosa basale, presenza di comorbidità, o classe di farmaci è meno chiara.
È stata effettuata una revisione sistematica e una meta-analisi per chiarire queste differenze.
Per questa revisione sistematica e meta-analisi, sono stati ricercati studi sulla pressione arteriosa pubblicati tra il 1966 e il 2015.
Tutti gli studi randomizzati controllati sul trattamento per l’abbassamento della pressione sanguigna erano eleggibili per l'inclusione se avevano un minimo di 1.000 anni-paziente di follow-up in ogni braccio di studio.
Nessuno studio è stato escluso a causa della presenza di comorbidità al basale, e gli studi dei farmaci antipertensivi per indicazioni diverse dall'ipertensione erano ammissibili.
Sono stati identificati 123 studi con 613.815 partecipanti per la meta-analisi.
Le analisi di meta-regressione hanno mostrato una riduzione del rischio relativo proporzionale alla grandezza delle riduzioni della pressione arteriosa raggiunta.
Ogni riduzione della pressione arteriosa sistolica di 10 millimetri Hg ha ridotto significativamente il rischio di eventi cardiovascolari ( rischio relativo, RR=0.80 ), malattia coronarica ( RR=0.83 ), ictus ( RR=0.73 ), e insufficienza cardiaca ( RR=0.72 ), che, nelle popolazioni studiate, ha portato a una significativa riduzione del 13% nella mortalità per qualsiasi causa ( RR=0.87 ).
Tuttavia, l'effetto sulla insufficienza renale non è risultato significativo ( RR=0.95 ).
Riduzioni simili del rischio proporzionale ( per pressione arteriosa sistolica più bassa di 10 mm Hg ) sono state osservate in studi con più alti livelli basali medi di pressione sistolica e studi con più bassi livelli basali medi di pressione arteriosa sistolica media ( tutti P per tendenza maggiore di 0.05 ).
Non c'è stata alcuna chiara evidenza che la riduzione del rischio proporzionale nella malattia cardiovascolare maggiore differisse dalla storia della malattia di base, ad eccezione del diabete mellito e delle malattie renali croniche, per le quali sono state rilevate riduzioni più piccole, ma significative, di rischio.
I beta-bloccanti sono risultati inferiori ad altri farmaci per la prevenzione degli eventi cardiovascolari maggiori, ictus e insufficienza renale.
I calcio-antagonisti sono stati superiori ad altri farmaci per la prevenzione dell’ictus.
Per la prevenzione dello scompenso cardiaco, i bloccanti dei canali del calcio sono risultati inferiori e i diuretici sono stati superiori alle altre classi di farmaci.
Il rischio di confondimento è stato giudicato basso per 113 studi e poco chiaro per 10 studi.
L'eterogeneità per i risultati è stata da bassa a moderata; I2 statistica per l'eterogeneità per i grandi eventi cardiovascolari è stata del 41%, per la malattia coronarica del 25%, per l’ictus del 26%, per l'insufficienza cardiaca del 37%, per l’insufficienza renale del 28%, e per la mortalità per tutte le cause del 35%.
L’abbassamento della pressione sanguigna riduce in modo significativo il rischio vascolare attraverso vari livelli di pressione arteriosa basale e comorbidità.
I risultati hanno fornito un forte sostegno ad abbassare la pressione del sangue a una pressione arteriosa sistolica inferiore a 130 mm Hg e a fornire il trattamento per l’abbassamento della pressione sanguigna agli individui con una storia di malattia cardiovascolare, malattia coronarica, ictus, diabete, insufficienza cardiaca e malattia renale cronica. ( Xagena2016 )
Ettehad D et al, Lancet 2016; 387: 957-967
Cardio2016 Farma2016
Indietro
Altri articoli
Gotta e incidenza di 12 malattie cardiovascolari
La gotta, una comune artropatia da cristalli, è associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Si è cercato...
Prediabete e rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica tra gli adulti sopravvissuti a tumore infantile nella coorte St Jude Lifetime
Poco si sa circa la prevalenza del prediabete e il rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica (...
Colesterolo non-HDL e colesterolo LDL nell’infanzia ed eventi cardiovascolari aterosclerotici nell’adulto
Sebbene il colesterolo da lipoproteine a bassa densità ( colesterolo LDL ) rimanga il target primario del colesterolo nella pratica...
Aldosteronismo primario subclinico e salute cardiovascolare
L'aldosteronismo primario, caratterizzato da un'evidente produzione di aldosterone renina-indipendente, è una forma comune ma sottoriconosciuta di ipertensione e malattia cardiovascolare. Evidenze...
Infiammazione e colesterolo come predittori di eventi cardiovascolari nei pazienti ad alto rischio con intolleranza alle statine
Tra i pazienti trattati con terapia con statine ai livelli di colesterolo raccomandati dalle lineeguida, il rischio infiammatorio residuo valutato...
Semaglutide ed esiti cardiovascolari nell'obesità senza diabete
Semaglutide ( Wegovy ), un agonista del recettore di GPL-1 ( peptide-1 simil-glucagone ), ha dimostrato di ridurre il rischio...
Infezione grave e rischio di malattie cardiovascolari
L’eccesso di rischio di malattie cardiovascolari associato a un’ampia gamma di malattie infettive non è noto. È stato quantificato il...
Associazione tra disturbi ipertensivi della gravidanza e malattie cardiovascolari entro 24 mesi dal parto
Nonostante la ben nota associazione tra disturbi ipertensivi della gravidanza e malattie cardiovascolari, esistono dati limitati su quali specifiche diagnosi...
Sicurezza cardiovascolare della terapia sostitutiva con Testosterone
La sicurezza cardiovascolare della terapia sostitutiva con Testosterone negli uomini di mezza età e anziani affetti da ipogonadismo non è...
Diabete di tipo 2: sintesi delle principali evidenze in soggetti con malattia cardiovascolare e/o malattia renale cronica
Benefici cardiovascolari degli inibitori di SGLT2 e agonisti recettoriali di GLP1 Diversi studi clinici randomizzati hanno dimostrato per gli inibitori di...