Alirocumab ed esiti cardiovascolari dopo sindrome coronarica acuta
I pazienti che hanno sofferto di una sindrome coronarica acuta sono ad alto rischio di ricorrenti eventi cardiovascolari ischemici.
Si è determinato se Alirocumab ( Praluent ), un anticorpo monoclonale umano inibitore di PCSK9 ( proproteina convertasi subtilisina-kexina di tipo 9 ), sia in grado di migliorare gli esiti cardiovascolari dopo una sindrome coronarica acuta nei pazienti sottoposti a terapia con statine ad alta intensità.
È stato condotto uno studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, che ha coinvolto 18.924 pazienti con sindrome coronarica acuta da 1 a 12 mesi prima, con un livello di colesterolo LDL di almeno 70 mg per decilitro ( 1.8 mmol per litro ), un livello di colesterolo non-HDL di almeno 100 mg per decilitro ( 2.6 mmol per litro ) o un livello di apolipoproteina B di almeno 80 mg per decilitro, che stavano ricevendo una terapia con statine ad alta intensità o alla dose massima tollerata.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Alirocumab per via sottocutanea alla dose di 75 mg ( 9.462 pazienti ) oppure placebo corrispondente ( 9.462 pazienti ) ogni 2 settimane.
La dose di Alirocumab è stata aggiustata in cieco per raggiungere un livello di colesterolo LDL compreso tra 25 e 50 mg per decilitro ( da 0.6 a 1.3 mmol per litro ).
L'endpoint primario era un composito di morte per malattia coronarica, infarto miocardico non-fatale, ictus ischemico fatale o non-fatale o angina instabile che richiedeva ospedalizzazione.
La durata mediana del follow-up era di 2.8 anni.
Un evento di endpoint primario composito si è verificato in 903 pazienti ( 9.5% ) nel gruppo Alirocumab e in 1.052 pazienti ( 11.1% ) nel gruppo placebo ( hazard ratio, HR=0.85, P minore di 0.001 ).
In totale 334 pazienti ( 3.5% ) nel gruppo Alirocumab e 392 pazienti ( 4.1% ) nel gruppo placebo sono morti ( HR=0.85 ).
Il beneficio assoluto di Alirocumab rispetto all'endpoint primario composito era maggiore tra i pazienti che avevano un livello di colesterolo LDL al basale di 100 mg o più per decilitro rispetto a quelli con un livello basale inferiore.
L'incidenza di eventi avversi è stata simile nei due gruppi, con l'eccezione delle reazioni locali al sito di iniezione ( 3.8% nel gruppo Alirocumab rispetto al 2.1% nel gruppo placebo ).
In conclusione, tra i pazienti che avevano una precedente sindrome coronarica acuta sottoposti a terapia con statine ad alta intensità, il rischio di eventi cardiovascolari ischemici ricorrenti era più basso tra quelli che avevano ricevuto Alirocumab rispetto a quelli che avevano ricevuto placebo. ( Xagena2018 )
Schwartz GG et al, N Engl J Med 2018; 379: 2097-2107
Cardio2018 Endo2018 Farma2018
Indietro
Altri articoli
Gotta e incidenza di 12 malattie cardiovascolari
La gotta, una comune artropatia da cristalli, è associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Si è cercato...
Prediabete e rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica tra gli adulti sopravvissuti a tumore infantile nella coorte St Jude Lifetime
Poco si sa circa la prevalenza del prediabete e il rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica (...
Colesterolo non-HDL e colesterolo LDL nell’infanzia ed eventi cardiovascolari aterosclerotici nell’adulto
Sebbene il colesterolo da lipoproteine a bassa densità ( colesterolo LDL ) rimanga il target primario del colesterolo nella pratica...
Aldosteronismo primario subclinico e salute cardiovascolare
L'aldosteronismo primario, caratterizzato da un'evidente produzione di aldosterone renina-indipendente, è una forma comune ma sottoriconosciuta di ipertensione e malattia cardiovascolare. Evidenze...
Infiammazione e colesterolo come predittori di eventi cardiovascolari nei pazienti ad alto rischio con intolleranza alle statine
Tra i pazienti trattati con terapia con statine ai livelli di colesterolo raccomandati dalle lineeguida, il rischio infiammatorio residuo valutato...
Semaglutide ed esiti cardiovascolari nell'obesità senza diabete
Semaglutide ( Wegovy ), un agonista del recettore di GPL-1 ( peptide-1 simil-glucagone ), ha dimostrato di ridurre il rischio...
Infezione grave e rischio di malattie cardiovascolari
L’eccesso di rischio di malattie cardiovascolari associato a un’ampia gamma di malattie infettive non è noto. È stato quantificato il...
Associazione tra disturbi ipertensivi della gravidanza e malattie cardiovascolari entro 24 mesi dal parto
Nonostante la ben nota associazione tra disturbi ipertensivi della gravidanza e malattie cardiovascolari, esistono dati limitati su quali specifiche diagnosi...
Sicurezza cardiovascolare della terapia sostitutiva con Testosterone
La sicurezza cardiovascolare della terapia sostitutiva con Testosterone negli uomini di mezza età e anziani affetti da ipogonadismo non è...
Diabete di tipo 2: sintesi delle principali evidenze in soggetti con malattia cardiovascolare e/o malattia renale cronica
Benefici cardiovascolari degli inibitori di SGLT2 e agonisti recettoriali di GLP1 Diversi studi clinici randomizzati hanno dimostrato per gli inibitori di...