Associazione dell'uso di farmaci antiepilettici induttori enzimatici con malattie cardiovascolari a lungo termine
È stato ipotizzato che i farmaci antiepilettici che inducono gli enzimi ( eiASM ) siano associati a rischi a lungo termine di malattie cardiovascolari.
È stato quantificato e modellato il rischio putativo di malattie cardiovascolari secondarie all'uso di eASM.
Uno studio di coorte ha coperto il periodo compreso tra il 1990 e il 2019 ( follow-up mediano 9 anni ), e ha collegato le cure primarie e le cartelle cliniche elettroniche degli ospedali del Servizio sanitario nazionale in Inghilterra.
Sono state incluse le persone di età pari o superiore a 18 anni con diagnosi di epilessia dopo il 1 gennaio 1990.
Tutti i pazienti idonei sono stati inclusi. Non sono stati contattati i pazienti che hanno ritirato il consenso.
I pazienti sono stati esposti a 4 antiepilettici inducenti gli enzimi consecutivi ( Carbamazepina, Eslicarbazepina, Oxcarbazepina, Fenobarbitale, Fenitoina, Primidone, Rufinamide o Topiramato ) a seguito di una diagnosi di epilessia ad esordio nell'età adulta ( età maggiore o uguale a 18 anni ) o esposizione ripetuta in un modello di esposizione cumulativa ponderata.
Sono state isolate tre coorti, una delle quali comprendeva tutti gli adulti che soddisfacevano una definizione di caso per l'epilessia diagnosticata dopo il 1990, una comprendeva casi incidenti diagnosticati dopo il 1998 ( data di collegamento ospedaliero ) e una era limitata agli adulti con diagnosi di epilessia a 65 anni o più anziani.
L'esito era una malattia cardiovascolare incidente ( cardiopatia ischemica o ictus ischemico o emorragico ). Il rischio di malattia cardiovascolare incidente è stato valutato utilizzando analisi di sopravvivenza aggiustate per propensione e modelli di esposizione cumulativa ponderata.
Su 10.916.166 adulti, 50.888 ( 0.6% ) sono stati identificati come casi con prevalenza del periodo ( età mediana 32 anni; 16.584, 53%, femmine ), di cui 31.479 ( 62% ) sono stati diagnosticati a partire dal 1990 ed erano privi di malattie cardiovascolari al basale.
In un modello dei rischi proporzionali di Cox abbinato per propensione aggiustato per età, sesso, stato socioeconomico di base e fattori di rischio cardiovascolare, l’hazard ratio ( HR ) per la malattia cardiovascolare incidente era 1.21 per coloro che ricevevano gli antiepilettici inducenti gli enzimi.
La differenza assoluta nel rischio cumulativo divergeva di oltre l'1% ed era maggiore dopo 10 anni.
Per i pazienti con esposizione persistente oltre le 4 prescrizioni, l’hazard ratio mediano è aumentato da una non-mediana di 1.54 quando si assumeva una dose giornaliera definita relativa di un antiepilettico iASM, da 1 a 2.38 con una dose giornaliera definita relativa di 2 per un periodo massimo di 25 anni di follow-up rispetto a quelli che non avevano ricevuto un antiepilettico iASM.
Il rischio era elevato ma attenuato quando si limitavano le analisi ai casi incidenti o a quelli diagnosticati quando avevano più di 65 anni.
Il rischio di malattia cardiovascolare incidente è risultato maggiore in coloro che assumevano antiepilettici indicenti l'enzima.
L'associazione è dose dipendente e la differenza assoluta di rischio sembra raggiungere un significato clinico entro circa 10 anni dalla prima esposizione. ( Xagena2021 )
Josephson CB et al, JAMA Neurol 2021; 78: 1367-1374
Neuro2021 Cardio2021 Farma2021
Indietro
Altri articoli
Gotta e incidenza di 12 malattie cardiovascolari
La gotta, una comune artropatia da cristalli, è associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Si è cercato...
Prediabete e rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica tra gli adulti sopravvissuti a tumore infantile nella coorte St Jude Lifetime
Poco si sa circa la prevalenza del prediabete e il rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica (...
Colesterolo non-HDL e colesterolo LDL nell’infanzia ed eventi cardiovascolari aterosclerotici nell’adulto
Sebbene il colesterolo da lipoproteine a bassa densità ( colesterolo LDL ) rimanga il target primario del colesterolo nella pratica...
Aldosteronismo primario subclinico e salute cardiovascolare
L'aldosteronismo primario, caratterizzato da un'evidente produzione di aldosterone renina-indipendente, è una forma comune ma sottoriconosciuta di ipertensione e malattia cardiovascolare. Evidenze...
Infiammazione e colesterolo come predittori di eventi cardiovascolari nei pazienti ad alto rischio con intolleranza alle statine
Tra i pazienti trattati con terapia con statine ai livelli di colesterolo raccomandati dalle lineeguida, il rischio infiammatorio residuo valutato...
Semaglutide ed esiti cardiovascolari nell'obesità senza diabete
Semaglutide ( Wegovy ), un agonista del recettore di GPL-1 ( peptide-1 simil-glucagone ), ha dimostrato di ridurre il rischio...
Infezione grave e rischio di malattie cardiovascolari
L’eccesso di rischio di malattie cardiovascolari associato a un’ampia gamma di malattie infettive non è noto. È stato quantificato il...
Associazione tra disturbi ipertensivi della gravidanza e malattie cardiovascolari entro 24 mesi dal parto
Nonostante la ben nota associazione tra disturbi ipertensivi della gravidanza e malattie cardiovascolari, esistono dati limitati su quali specifiche diagnosi...
Sicurezza cardiovascolare della terapia sostitutiva con Testosterone
La sicurezza cardiovascolare della terapia sostitutiva con Testosterone negli uomini di mezza età e anziani affetti da ipogonadismo non è...
Diabete di tipo 2: sintesi delle principali evidenze in soggetti con malattia cardiovascolare e/o malattia renale cronica
Benefici cardiovascolari degli inibitori di SGLT2 e agonisti recettoriali di GLP1 Diversi studi clinici randomizzati hanno dimostrato per gli inibitori di...