Associazione tra terapia con Fenofibrato e rischio cardiovascolare nel lungo periodo nei pazienti con diabete mellito di tipo 2, trattati con statine
I pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2 presentano un elevato rischio di malattie cardiovascolari in parte a causa dell'ipertrigliceridemia e del basso livello di colesterolo HDL.
Non è noto se l'aggiunta di un trattamento per l’abbassamento dei trigliceridi alla statina riduca questo rischio.
Si è determinato se il Fenofibrato riduca il rischio cardiovascolare nei pazienti trattati con statine con diabete mellito di tipo 2 nel follow-up dello studio ACCORD Lipid ( Action to Control Cardiovascular Risk in Diabetes Lipid Study ) tra il 2009 e il 2014.
Sono stati completati 5 anni di follow-up per un totale di 9.7 anni negli Stati Uniti e in Canada.
Degli originali 5.518 partecipanti ad ACCORD Lipid Trial, ne sono stati selezionati 4.644 sopravvissuti in base alla presenza di diabete mellito di tipo 2 e malattia cardiovascolare prevalente o fattori di rischio cardiovascolare e livelli di lipoproteine ad alta densità ( HDL ) inferiori a 50 mg/dl ( meno di 55 mg/dl per le donne e gli afroamericani ), ed è stato esaminato il follow-up dei partecipanti allo studio precedentemente trattati con Fenofibrato oppure con placebo.
L'endpoint principale era la comparsa di esiti cardiovascolari tra cui l'esito composito primario di infarto miocardico fatale e non-fatale e di ictus in tutti i partecipanti e in sottogruppi prespecificati.
I 4.644 partecipanti allo studio erano in larga misura rappresentativi della popolazione originale dello studio ACCORD e hanno incluso un numero significativo di donne ( n=1.445, 31% ), individui non-di-razza bianca ( n=1.094, 21% ) e soggetti con eventi cardiovascolari preesistenti ( n=1.620, 35% ).
Solo il 4.3% dei partecipanti allo studio ha continuato il trattamento con Fenofibrato dopo la fine di ACCORD.
I valori di lipoproteine ad alta densità e dei trigliceridi si sono rapidamente parificati tra i partecipanti originariamente randomizzati a Fenofibrato o a placebo.
Dopo un follow-up mediano post-randomizzazione di 9.7 anni, l’hazard ratio ( HR ) per l'endpoint primario dello studio tra i partecipanti inizialmente randomizzati a Fenofibrato versus placebo ( HR=0.93, P=0.25 ) è stato paragonabile a quello osservato inizialmente in ACCORD ( HR=0.92; P=0.32 ).
Nonostante questi risultati complessivi neutri, si è continuato a trovare evidenza che la terapia con Fenofibrato ha ridotto efficacemente la malattia cardiovascolare nei partecipanti allo studio con dislipidemia, definiti come livelli di trigliceridi maggiori di 204 mg/dl e livelli di colesterolo HDL inferiori a 34 mg/dl ( HR=0.73 ).
In conclusione, il follow-up esteso dei partecipanti allo studio ACCORD Lipid ha confermato l'effetto originale neutro del Fenofibro nella coorte di studio generale.
La continua osservazione dell'eterogeneità della risposta al trattamento da parte dei lipidi basali suggerisce che la terapia con Fenofibrato può ridurre la malattia cardiovascolare nei pazienti con diabete mellito con ipertrigliceridemia e basso colesterolo HDL.
È necessario uno studio definitivo sulla terapia con fibrati in questa popolazione di pazienti per confermare questi risultati. ( Xagena2017 )
Elam MB et al, JAMA Cardiol 2017; 2: 370-380
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