Efficacia e sicurezza dell'inibizione di PCSK9 con Evolocumab nella riduzione degli eventi cardiovascolari nei pazienti con sindrome metabolica sottoposti a terapia con statine: analisi secondaria dello studio FOURIER
L'inibitore di PCSK9 Evolocumab ( Repatha ) ha ridotto il colesterolo LDL e gli eventi cardiovascolari nello studio clinico randomizzato FOURIER.
I pazienti con sindrome metabolica sono a maggior rischio cardiovascolare.
Sono stati studiati gli esiti con Evolocumab nei pazienti con e senza sindrome metabolica.
Nello studio FOURIER i pazienti con malattia cardiovascolare aterosclerotica stabile che ricevevano statine, sono stati randomizzati a Evolocumab rispetto a placebo; il follow-up mediano è stato di 2.2 anni. I dati sono stati raccolti tra il 2013 e il 2016.
In una analisi prespecificata, i pazienti con i dati richiesti sono stati stratificati in base ai criteri di sindrome metabolica del NCEP-ATP III ( National Cholesterol Education Program Adult Treatment Panel III ); nelle analisi secondarie, i pazienti sono stati ulteriormente sottostratificati in base alla presenza di diabete al basale.
L'analisi era per intention-to-treat ( ITT ).
L'endpoint primario consisteva in: morte cardiovascolare, infarto miocardico, ictus, ospedalizzazione per angina instabile o rivascolarizzazione coronarica.
L'endpoint secondario chiave era rappresentato da: morte cardiovascolare, infarto del miocardio o ictus.
Su 27.342 pazienti ( età media 63 anni; 20.623 uomini, 75.4% ) inclusi in questa analisi, 16.361 ( 59.8% ) con sindrome metabolica al basale erano, rispetto ai pazienti senza sindrome metabolica, a rischio più elevato di eventi cardiovascolari ( hazard ratio aggiustato, aHR=1.31; P minore di 0.001 per l’endpoint primario; e 1.38; P minore di 0.001 per l'endpoint secondario chiave ).
Evolocumab ha ridotto il colesterolo LDL in modo simile nei pazienti con sindrome metabolica ( mediana 92 mg/dl vs 30 mg/dl; P minore di 0.001 ) e senza sindrome metabolica ( mediana 92 mg/dl vs 29 mg/dl; P minore di 0.001 ).
Per l'endpoint primario, gli hazard ratio con Evolocumab versus placebo sono stati 0.83 e 0.89 nei pazienti con e senza sindrome metabolica ( P per interazione=0.39 ).
Per l'endpoint secondario chiave, gli hazard ratio corrispondenti sono stati 0.76 e 0.86 ( P per interazione=0.23 ), rispettivamente.
Evolocumab non ha aumentato il rischio di diabete di nuova insorgenza o altri importanti esiti di sicurezza, compreso il peggioramento del controllo glicemico, rispetto al placebo nei pazienti con sindrome metabolica.
I pazienti con malattia cardiovascolare aterosclerotica e sindrome metabolica hanno un rischio residuo sostanziale di eventi cardiovascolari nonostante la terapia con statine.
Evolocumab ha ridotto significativamente il colesterolo LDL e il rischio cardiovascolare nei pazienti con sindrome metabolica senza aumentare il diabete di nuova insorgenza, peggiorare il controllo glicemico o altri importanti eventi di sicurezza.
I dati hanno indicato che l'aggiunta di Evolocumab alla terapia con statine nei pazienti con malattia cardiovascolare aterosclerotica e sindrome metabolica è sicura ed efficace per ridurre il rischio cardiovascolare residuo. ( Xagena2021 )
Deedwania P et al, JAMA Cardiol 2021; 6: 139-147
Endo2021 Cardio2021 Farma2021
Indietro
Altri articoli
Gotta e incidenza di 12 malattie cardiovascolari
La gotta, una comune artropatia da cristalli, è associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Si è cercato...
Prediabete e rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica tra gli adulti sopravvissuti a tumore infantile nella coorte St Jude Lifetime
Poco si sa circa la prevalenza del prediabete e il rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica (...
Colesterolo non-HDL e colesterolo LDL nell’infanzia ed eventi cardiovascolari aterosclerotici nell’adulto
Sebbene il colesterolo da lipoproteine a bassa densità ( colesterolo LDL ) rimanga il target primario del colesterolo nella pratica...
Aldosteronismo primario subclinico e salute cardiovascolare
L'aldosteronismo primario, caratterizzato da un'evidente produzione di aldosterone renina-indipendente, è una forma comune ma sottoriconosciuta di ipertensione e malattia cardiovascolare. Evidenze...
Infiammazione e colesterolo come predittori di eventi cardiovascolari nei pazienti ad alto rischio con intolleranza alle statine
Tra i pazienti trattati con terapia con statine ai livelli di colesterolo raccomandati dalle lineeguida, il rischio infiammatorio residuo valutato...
Semaglutide ed esiti cardiovascolari nell'obesità senza diabete
Semaglutide ( Wegovy ), un agonista del recettore di GPL-1 ( peptide-1 simil-glucagone ), ha dimostrato di ridurre il rischio...
Infezione grave e rischio di malattie cardiovascolari
L’eccesso di rischio di malattie cardiovascolari associato a un’ampia gamma di malattie infettive non è noto. È stato quantificato il...
Associazione tra disturbi ipertensivi della gravidanza e malattie cardiovascolari entro 24 mesi dal parto
Nonostante la ben nota associazione tra disturbi ipertensivi della gravidanza e malattie cardiovascolari, esistono dati limitati su quali specifiche diagnosi...
Sicurezza cardiovascolare della terapia sostitutiva con Testosterone
La sicurezza cardiovascolare della terapia sostitutiva con Testosterone negli uomini di mezza età e anziani affetti da ipogonadismo non è...
Diabete di tipo 2: sintesi delle principali evidenze in soggetti con malattia cardiovascolare e/o malattia renale cronica
Benefici cardiovascolari degli inibitori di SGLT2 e agonisti recettoriali di GLP1 Diversi studi clinici randomizzati hanno dimostrato per gli inibitori di...