Europa: bassi tassi sia di impiego di terapia ipolipemizzante sia di raggiungimento degli obiettivi di colesterolo LDL nei pazienti ad alto rischio di malattie cardiovascolari


Uno studio ha analizzato il trattamento e il controllo della dislipidemia nei pazienti ad alto e altissimo rischio cardiovascolare in trattamento per la prevenzione primaria della malattia cardiovascolare ( CVD ) in Europa.

Sono stati valutati i dati dello studio EURIKA ( European Study on Cardiovascular Risk Prevention and Management in Usual Daily Practice ), che comprendeva una popolazione campionata casualmente di pazienti per la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari di 12 Paesi europei ( n=7641 ).

Il rischio a 10 anni di mortalità correlata alla malattia cardiovascolare è stato calcolato utilizzando l'algoritmo SCORE ( Systematic Coronary Risk Evaluation ), che ha permesso di identificare 5019 pazienti ad alto rischio cardiovascolare ( punteggio superiore o uguale al 5% e/o sottoposti a terapia ipolipemizzante ), e 2970 pazienti a elevato rischio cardiovascolare ( punteggio superiore o uguale al 10% o con diabete mellito ).

Tra gli individui ad alto rischio, il 65.3% erano in trattamento con terapia ipolipemizzante, e il 61.3% dei pazienti trattati aveva livelli incontrollati di colesterolo LDL ( maggiori o uguali a 2.5 mmol/L ).

Per i pazienti ad altissimo rischio ( livelli incontrollati di colesterolo LDL definiti come maggiore o uguale a 1.8 mmol/L ) i rispettivi valori erano 49.5% e 82.9%.

L’eccesso di rischio a 10 anni di mortalità correlata alla malattia cardiovascolare ( secondo SCORE ) attribuibile alla mancanza di controllo della dislipidemia è stato stimato essere 0.72% e 1.61%, rispettivamente, tra i pazienti ad alto rischio e a molto-alto rischio.

Tra gli individui ad alto rischio con livelli di colesterolo LDL incontrollati, solo l’8.7% stava ricevendo statine ad alta intensità ( Atorvastatina maggiore o uguale a 40 mg/die o Rosuvastatina maggiore o uguale a 20 mg/die ).
Tra i pazienti ad altissimo rischio, la percentuale era dell'8.4%.

In conclusione, vi è una notevole opportunità di miglioramento nei tassi di utilizzo della terapia ipolipemizzante e di raggiungimento degli obiettivi lipidici nei pazienti ad alto rischio e a molto-alto rischio in trattamento per la prevenzione delle malattie cardiovascolari in Europa. ( Xagena2015 )

Halcox JP et al, PLoS One 2015; 10 (2): e0115270. doi: 10.1371 / journal.pone.0115270. eCollection 2015

Endo2015 Cardio2015 Farma2015


Indietro

Altri articoli

La gotta, una comune artropatia da cristalli, è associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Si è cercato...


Poco si sa circa la prevalenza del prediabete e il rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica (...


Sebbene il colesterolo da lipoproteine ​​a bassa densità ( colesterolo LDL ) rimanga il target primario del colesterolo nella pratica...


L'aldosteronismo primario, caratterizzato da un'evidente produzione di aldosterone renina-indipendente, è una forma comune ma sottoriconosciuta di ipertensione e malattia cardiovascolare. Evidenze...


Tra i pazienti trattati con terapia con statine ai livelli di colesterolo raccomandati dalle lineeguida, il rischio infiammatorio residuo valutato...


Semaglutide ( Wegovy ), un agonista del recettore di GPL-1 ( peptide-1 simil-glucagone ), ha dimostrato di ridurre il rischio...


L’eccesso di rischio di malattie cardiovascolari associato a un’ampia gamma di malattie infettive non è noto. È stato quantificato il...


Nonostante la ben nota associazione tra disturbi ipertensivi della gravidanza e malattie cardiovascolari, esistono dati limitati su quali specifiche diagnosi...


La sicurezza cardiovascolare della terapia sostitutiva con Testosterone negli uomini di mezza età e anziani affetti da ipogonadismo non è...


Benefici cardiovascolari degli inibitori di SGLT2 e agonisti recettoriali di GLP1 Diversi studi clinici randomizzati hanno dimostrato per gli inibitori di...