Il ruolo dei marcatori nelle patologie cardiovascolari
Il ruolo dei marcatori è ampiamente descritto nelle diverse linee guida sulle patologie cardiovascolari e nei principali documenti di consenso, a cominciare da quello sulla nuova definizione universale di infarto del miocardio, nel quale viene confermato il ruolo centrale della troponina ( Tn ) nella diagnosi di necrosi miocardica e conseguentemente, in caso di genesi ischemica della necrosi, di infarto miocardico. I limiti decisionali per la diagnosi di infarto sono stati abbassati nell'ultimo documento, dal livello plasmatico misurabile con un coefficiente di variazione inferiore a 10% al livello del 99° percentile della distribuzione nella popolazione normale di riferimento, traendo vantaggio dal notevole incremento di sensibilità ed accuratezza della metodiche. Inoltre, per la prima volta, i cutoff diagnostici per l'infarto sono diversi a seconda della genesi della necrosi, secondo la quale vengono definiti 6 diversi tipi di infarto miocardico.
Nelle sindromi coronariche acute senza sopraslivellamento persistente del tratto ST ( NSTEACS ), oltre a un ruolo diagnostico discriminante ( infarto versus angina instabile ) la troponina ha un ruolo molto importante nella stratificazione prognostica e negli indirizzi terapeutici: infatti, è in grado di identificare i pazienti a rischio elevato, sia considerata da sola, come fattore univariato, sia inserita in punteggi di rischio multivariati, quali quelli del TIMI e del GRACE.
Inoltre, alcuni farmaci, in particolare gli inibitori della Gp IIb/IIIa, sono efficaci solo nel sottogruppo di pazienti con troponina elevata; analogamente, soprattutto in questo gruppo di pazienti risulta efficace una strategia precocemente invasiva, con ricorso precoce ( entro le prime 72 ore ) alla coronarografia ed eventualmente all'angioplastica coronarica.
La proteina C-reattiva ( PCR ) è un marcatore di infiammazione che esercita un ruolo prognostico importante per quanto concerne il rischio cardiovascolare nella popolazione generale e nelle NSTEACS: i pazienti con livelli elevati di PCR, sia all'ingresso sia in pre-dimissione, presentano una prognosi più sfavorevole; peraltro, i livelli di PCR non hanno un impatto diretto sull'utilizzo di particolari strategie farmacologiche o interventistiche.
I peptidi natriuretici ( NP ) sono espressione di insufficienza cardiaca ed hanno sia un ruolo diagnostico, nell'identificazione della dispnea legata a insufficienza cardiaca versus respiratoria, sia prognostico, nel predire l'andamento clinico e l'incidenza di eventi avversi, sia a breve sia a lungo termine.
Nelle sindromi coronariche acute senza sopraslivellamento del segmento ST, gli NP forniscono informazioni prognostiche aggiuntive rispetto alla classe Killip e al TIMI risk score e sono direttamente correlati alla mortalità; inoltre, gli NP sono utili nel decidere il timing della dimissione, nel guidare la terapia e nel valutare precocemente le recidive di scompenso. ( Xagena2008 )
Tubaro M, Ligand Assay, 2008
Diagno2008 Cardio2008
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