Impatto delle comorbidità cardio-nefro-metaboliche sugli esiti cardiovascolari e sulla mortalità nel diabete mellito di tipo 2


E' stato valutato il contributo incrementale della malattia renale cronica ( CKD ) al rischio di eventi avversi cardiovascolari maggiori ( MACE ), insufficienza cardiaca e mortalità per tutte le cause nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 ( T2DM ), e la sua importanza rispetto alla presenza di altre comorbidità cardio-renale-metaboliche.

I pazienti di 40 anni o età superiore sono stati identificati al momento della diagnosi di diabete di tipo 2 dai database statunitensi ( Humedica / Optum ) e del Regno Unito ( Clinical Practice Research Datalink ).
I pazienti sono stati monitorati dopo la diagnosi di eventi MACE modificata ( infarto del miocardio, ictus, mortalità per qualsiasi causa ), insufficienza cardiaca e mortalità generale.
I pazienti sono stati stratificati per la presenza o l'assenza della malattia cardiovascolare aterosclerotica ( ASCVD ) e l'età.

Nel periodo 2011-2015, su 227.224 pazienti identificati con diabete di tipo 2 incidente, 40.063 ( 17.64% ) presentavano nefropatia cronica.

Indipendentemente dalla precedente malattia cardiovascolare aterosclerotica, la malattia renale cronica era associata a un rischio maggiore di eventi MACE modificati, scompenso cardiaco e mortalità per quasiasi causa.
Questo rischio in eccesso era più pronunciato nei pazienti più anziani con precedente malattia cardiovascolare aterosclerotica.

Nelle analisi time-to-event nella coorte complessiva, i pazienti con diabete di tipo 2 + nefropatia cronica oppure diabete di tipo 2 + nefropatia cronica + ipertensione + iperlipidemia hanno presentato un aumento dei rischi di MACE modificati, insufficienza cardiaca e mortalità per qualsiasi causa, rispetto ai pazienti con diabete mellito di tipo 2 e nessuna comorbilità cardio-nefro-metabolica.

I pazienti con insufficienza renale cronica presentavano rischi maggiori e tempi più brevi di eventi MACE modificati, scompenso cardiaco e mortalità generale, rispetto a quelli senza insufficienza renale cronica.

In conclusione, nei pazienti con diabete mellito di tipo 2, la presenza di malattia renale cronica è risultata associata a un rischio maggiore di eventi MACE modificati, insufficienza cardiaca e mortalità per qualsiasi causa.
Questo può avere implicazioni in termini di stratificazione del rischio per i pazienti con diabete mellito di tipo 2 basati sulla nefropatia cronica di base, evidenziando la potenziale importanza di nuove strategie renoprotettive. ( Xagena2020 )

Cherney DZI et al, Am J Nephrol 2020; 51:74-82

Endo2020 Cardio2020



Indietro

Altri articoli

La gotta, una comune artropatia da cristalli, è associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Si è cercato...


Poco si sa circa la prevalenza del prediabete e il rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica (...


Sebbene il colesterolo da lipoproteine ​​a bassa densità ( colesterolo LDL ) rimanga il target primario del colesterolo nella pratica...


L'aldosteronismo primario, caratterizzato da un'evidente produzione di aldosterone renina-indipendente, è una forma comune ma sottoriconosciuta di ipertensione e malattia cardiovascolare. Evidenze...


Tra i pazienti trattati con terapia con statine ai livelli di colesterolo raccomandati dalle lineeguida, il rischio infiammatorio residuo valutato...


Semaglutide ( Wegovy ), un agonista del recettore di GPL-1 ( peptide-1 simil-glucagone ), ha dimostrato di ridurre il rischio...


L’eccesso di rischio di malattie cardiovascolari associato a un’ampia gamma di malattie infettive non è noto. È stato quantificato il...


Nonostante la ben nota associazione tra disturbi ipertensivi della gravidanza e malattie cardiovascolari, esistono dati limitati su quali specifiche diagnosi...


La sicurezza cardiovascolare della terapia sostitutiva con Testosterone negli uomini di mezza età e anziani affetti da ipogonadismo non è...


Benefici cardiovascolari degli inibitori di SGLT2 e agonisti recettoriali di GLP1 Diversi studi clinici randomizzati hanno dimostrato per gli inibitori di...