Nessun effetto benefico dell'estratto di corteccia di Pino sui fattori di rischio delle malattie cardiovascolari


Anche se i fattori di rischio delle malattie cardiovascolari modificabili sono comuni, alcuni pazienti evitano i trattamenti con farmaci convenzionali a favore di alternative naturali.

L'estratto di corteccia di Pino, una fonte dietetica supplementare di complessi antiossidanti di proantocianidine oligomeriche, appare avere molteplici benefici cardiovascolari.
Gli studi pubblicati fino ad oggi hanno mostrato notevoli limitazioni metodologiche.

In uno studio, 130 soggetti con aumentato rischio di malattia cardiovascolare sono stati randomizzati ad assumere 200 mg di estratto di corteccia di Pino in base acquosa ( n=64 ) oppure placebo ( n=66 ), una volta al giorno.

L’esito primario di pressione sanguigna e altri fattori di rischio di malattia cardiovascolare sono stati misurati al basale e dopo 6 e 12 settimane.

Nell'arco di 12 settimane di intervento, il totale della pressione sistolica e diastolica è diminuito di 1.0 mmHg nel gruppo trattato con estratto di corteccia di Pino e di 1.9 mmHg nel gruppo placebo ( P=0.87 ).

Altri esiti sono stati allo stesso modo non significativamente differenti, tra cui l'indice di massa corporea, le misure del pannello lipidico, i risultati dei test delle transaminasi epatiche, le dimensioni delle lipoproteine del colesterolo e i livelli di insulina, lipoproteina (a), glicemia a digiuno e proteina C-reattiva ad alta sensibilità.

In nessun sottogruppo l'assunzione di estratto di corteccia di Pino ha inciso sui fattori di rischio cardiovascolare.

In conclusione, l’estratto di corteccia di Pino ( alla dose di 200 mg/die ) si è rivelato sicuro, ma non è stato associato a un miglioramento dei fattori di rischio delle malattie cardiovascolari.
Anche se variazioni tra partecipanti, dosaggi e preparazioni chimiche potrebbero contribuire a differenti risultati rispetto agli studi precedenti, questi risultati sono coerenti con un fallimento generale degli antiossidanti nel dimostrare benefici cardiovascolari. ( Xagena2010 )

Drieling RL et al, Arch Intern Med 2010; 170: 1541-1547



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