Obesità materna durante la gravidanza e mortalità prematura da evento cardiovascolare nei figli adulti


L’obiettivo di uno studio è stato quello di verificare se l'obesità materna durante la gravidanza fosse associata a un aumento della mortalità per eventi cardiovascolari nella prole adulta.

Sono stati utilizzati i registri delle nascite del Aberdeen Maternity and Neonatal Databank ( UK ), insieme ai registri di mortalità della Scozia e ai registri scozzesi di morbilità, con 37.709 persone con atti di nascita dal 1950 ad oggi.

Le principali misure di esito erano i decessi e i ricoveri ospedalieri per eventi cardiovascolari fino al 1° gennaio 2012 nei figli di età compresa tra 34 e 61 anni.

L’indice di massa corporea materno ( BMI ) è stato calcolato dall’altezza e dal peso misurati alla prima visita prenatale.
L'effetto della obesità materna sugli esiti nella prole è stato misurato confrontando gli esiti nei figli di madri sottopeso, sovrappeso o obese in base alle categorie di indice BMI con i figli di donne con BMI normale.

La mortalità per tutte le cause è risultata aumentata nei figli di madri obese ( BMI maggiore di 30 ), rispetto alle madri con indice BMI normale dopo aggiustamento per età materna al momento del parto, stato socio-economico, sesso della prole, età attuale, peso alla nascita, gestazione al momento del parto e gestazione alla misurazione dell’indice BMI ( hazard ratio, HR=1.35 ).

Nei modelli aggiustati, i figli di madri obese hanno anche presentato un aumento del rischio di ricovero ospedaliero per un evento cardiovascolare ( 1.29 ), rispetto ai figli di madri con indice BMI normale.
La prole di madri in sovrappeso ha avuto anche un più alto rischio di esiti avversi.

In conclusione, l’obesità materna è associata a un aumentato rischio di morte prematura nella prole adulta.
Dato che una donna su 5 nel Regno Unito è obesa alla visita prenatale, le strategie per ottimizzare il peso prima della gravidanza sono urgentemente necessarie. ( Xagena2013 )

Reynolds RM et al, BMJ 2013; 347: f4539

Gyne2013 Endo2013 Pedia2013



Indietro

Altri articoli

La gotta, una comune artropatia da cristalli, è associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Si è cercato...


Poco si sa circa la prevalenza del prediabete e il rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica (...


Sebbene il colesterolo da lipoproteine ​​a bassa densità ( colesterolo LDL ) rimanga il target primario del colesterolo nella pratica...


L'aldosteronismo primario, caratterizzato da un'evidente produzione di aldosterone renina-indipendente, è una forma comune ma sottoriconosciuta di ipertensione e malattia cardiovascolare. Evidenze...


Tra i pazienti trattati con terapia con statine ai livelli di colesterolo raccomandati dalle lineeguida, il rischio infiammatorio residuo valutato...


Semaglutide ( Wegovy ), un agonista del recettore di GPL-1 ( peptide-1 simil-glucagone ), ha dimostrato di ridurre il rischio...


L’eccesso di rischio di malattie cardiovascolari associato a un’ampia gamma di malattie infettive non è noto. È stato quantificato il...


Nonostante la ben nota associazione tra disturbi ipertensivi della gravidanza e malattie cardiovascolari, esistono dati limitati su quali specifiche diagnosi...


La sicurezza cardiovascolare della terapia sostitutiva con Testosterone negli uomini di mezza età e anziani affetti da ipogonadismo non è...


Benefici cardiovascolari degli inibitori di SGLT2 e agonisti recettoriali di GLP1 Diversi studi clinici randomizzati hanno dimostrato per gli inibitori di...