Peptidi natriuretici di tipo B e rischio cardiovascolare
La misurazione della concentrazione del peptide natriuretico di tipo B ( BNP ) o del suo precursore ( frammento N-terminale; NT-proBNP ) è raccomandata nei pazienti con sintomi di disfunzione ventricolare sinistra e in altre circostanze, ma la rilevanza di questi peptidi per le malattie cardiovascolari nella popolazione generale o nei pazienti con malattia vascolare stabile è ancora incerta.
Un gruppo di Ricercatori dell’University of Cambridge ha raccolto i dati di 40 studi prospettici a lungo termine per un totale di 87.474 partecipanti e 10.625 esiti cardiovascolari incidenti.
In un confronto tra individui nel terzo più alto con quelli nel terzo più basso di valori basali di peptidi natriuretici, il risk ratio ( RR ) combinato, corretto per diversi fattori di rischio convenzionali, è stato pari a 2.82 per la malattia cardiovascolare.
L’analisi di 6 studi con almeno 250 esiti cardiovascolari ( che dovrebbero essere meno soggetti a report selettivi rispetto agli studi più piccoli ) ha mostrato un risk ratio aggiustato di 1.94.
I risk ratio sono risultati ampiamente simili con il peptide natriuretico di tipo B e con il suo precursore ( rispettivamente, RR=2.89 e RR=2.82 ) e per diversi rischi vascolari al basale ( RR=2.68 nella popolazione generale; RR=3.35 nelle persone con elevati fattori di rischio vascolare; RR=2.60 nei pazienti con malattia cardiovascolare stabile ).
Saggi per la misurazione delle concentrazioni del peptide natriuretico di tipo B o del suo precursore in aggiunta alla misurazione dei tradizionali fattori di rischio hanno portato in generale modesti miglioramenti nella discriminazione del rischio.
In conclusione, gli studi prospettici disponibili hanno indicato forti associazioni tra la concentrazione di peptide natriuretico di tipo B circolante e rischio cardiovascolare in un intervallo di differenti situazioni cliniche. ( Xagena2009 )
Di Angelantonio E et al, Circulation 2009; 120: 2177-2187
Cardio2009 Diagno2009
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