Rimonabant non sembra influenzare il rischio cardiovascolare
Il Rimonabant ( Acomplia / Zimulti ) è un anatagonista dei recettori CB1 che trova indicazione nel trattamento dell’obesità e del sovrappeso.
La società produttrice, Sanofi-Aventis, sostiene che il Rimonabant è un farmaco che, oltre ad abbassare il peso corporeo, influisce sul rischio cardiovascolare.
Kishore M Gadde della Duke University Medical Center a Durham e David B Allison della University of Alabama a Birmingham hanno compiuto una revisione dei dati di studi clinici riguardanti il Rimonabant.
Il Rimonabant al dosaggio di 20mg/die è in grado di produrre una perdita di peso corporea di 3.9-5.4 kg rispetto al placebo, dopo 1 anno di trattamento.
La riduzione del peso corporeo è simile a quella che può aversi assumendo Sibutramina ( Meridia / Reductil ) per 1 anno.
Lo studio RIO-North America ha mostrato che Rimonabant 20mg/die, assunto in modo continuativo, per 2 anni ha abbassato il peso corporeo in media di 7.4 kg.
Di contro, lo studio STORM ha mostrato una significativa riduzione di peso con il trattamento con Sibutramina a 2 anni. Tuttavia, solo i pazienti che hanno raggiunto almeno il 5% della perdita di peso nei primi 6 mesi hanno continuato lo studio.
I dati dello studio STORM, pertanto, non possono essere paragonati a quelli dello studio RIO-North America.
Nei 4 studi RIO, il trattamento con Rimonabant ( Acomplia / Zimulti ) ha prodotto una non significativa riduzione della pressione sistolica di 0.2-2.3mmHg rispetto al placebo, e nessuna riduzione della pressione diastolica.
Rimonabant ha prodotto una marcata riduzione dei trigliceridi del 12-16% superiore al placebo e un miglioramento del colesterolo HDL del 7-9%.
Non sono state osservate riduzioni nel colesterolo totale o nel colesterolo LDL.
L’effetto del Rimonabant sul profilo lipidico è risultato simile a quello della Sibutramina.
L’Orlistat ( Xenical ) è, invece, associato ad una riduzione più marcata dei livelli di colesterolo totale e di colesterolo LDL, ma presenta un effetto minore sui trigliceridi e sul colesterolo HDL.
Nello studio RIO-Diabetes, il trattamento con Rimonabant per 1 anno ha ridotto l’emoglobina glicosilata ( HbA1c ) dello 0.7% rispetto al placebo, nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 che stavano assumendo Metformina o una sulfonilurea.
L’effetto del Rimonabant sugli indici glicemici negli altri 3 studi RIO è risultato meno marcato.
Una meta-analisi ha mostrato che il trattamento con Sibutramina è risultato associato ad una riduzione dello 0.7% nei valori di emoglobina glicosilata negli studi di durata compresa tra 12 e 26 settimane nei pazienti in sovrappeso con diabete di tipo 2.
Una meta-analisi ha mostrato che il trattamento con Orlistat produce una riduzione dell’emoglobina glicosilata in media dello 0.4% rispetto al placebo.
Il National Cholesterol Education Program ( NCEP ) ha stabilito che l’abbassamento dei livelli plasmatici di colesterolo LDL è obiettivo primario per ridurre la morbidità cardiovascolare e la mortalità.
L’FDA definisce un farmaco come ipolipemizzante se riduce i livelli di colesterolo LDL di almeno il 15%.
Il Rimonabant non ha dimostrato di abbassare il colesterolo LDL, nonostante la riduzione del peso corporeo.
Le attuali lineeguida del NCEPT non hanno posto enfasi sull’abbassamento dei trigliceridi e sull’aumento del colesterolo HDL nella riduzione del rischio cardiovascolare.
Il Rimonabant ha dimostrato di ridurre i trigliceridi e di aumentare il colesterolo HDL.
Tuttavia, altri trattamenti sono disponibili a riguardo.
L’Acido Nicotinico ed i fibrati riducono i trigliceridi dal 20% al 50% ed aumentano il colesterolo HDL dal 10% al 35%.
Questi dati pongono dei dubbi sull’utilità del Rimonabant in monoterapia nel ridurre il rischio cardiovascolare nei pazienti obesi con dislipidemia e/o diabete mellito. ( Xagena2006 )
Gadde KM, Allison DB, Circulation 2006; 114: 974-984
Endo2006 Cardio2006 Farma2006
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