Studio ATLAS ACS 2-TIMI 51: Rivaroxaban ha ridotto la incidenza di mortalità per cause cardiovascolari, infarto miocardico, o ictus nei pazienti con sindromi coronariche acute
Nei pazienti con una recente sindrome coronarica acuta, Rivaroxaban ( Xarelto ), un inibitore orale del fattore Xa, ha ridotto in modo significativo l’incidenza dell’endpoint di mortalità per cause cardiovascolari, infarto miocardico, o ictus, rispetto al placebo.
Inoltre Rivaroxaban, somministrato al dosaggio di 2.5 mg due volte al giorno, ha ridotto la mortalità cardiovascolare e la mortalità per qualsiasi causa.
Lo studio di fase III ATLAS ACS 2-TIMI 51 ( Anti-Xa Therapy to Lower cardiovascular events in Addition to Standard therapy in subjects with Acute Coronary Syndrome - Thrombolysis In Myocardial Infarction 51 ) ha verificato l’effetto di due dosaggi di Rivaroxaban, rispetto al placebo, su 15.526 pazienti con recente infarto miocardico con sopraslivellamento ST ( STEMI ), infarto miocardico senza sopraslivellamento ST ( NSTEMI ), o angina instabile stabilizzata da 1 a 7 giorni dopo l'evento indice.
Sono stati esclusi i pazienti con aumentato rischio emorragico o quelli che erano in trattamento con Warfarin, presentavano emorragia intracranica o avevano sofferto di un precedente ictus.
Tutti i pazienti sono stati assegnati ad assumere Aspirina 75-100 mg al giorno, e a discrezione del medico eventualmente anche una tienopiridina; in seguito sono stati randomizzati a ricevere placebo ( n=5.176 ), Rivaroxaban 2.5 mg due volte al giorno ( n=5.174 ), o Rivaroxaban 5 mg due volte al giorno ( n=5.176 ), per una media di 13 mesi.
L'endpoint primario composito era rappresentato dalla mortalità per cause cardiovascolari, infarto miocardico, o ictus.
Rivaroxaban, a entrambe le dosi, è risultato associato a un tasso significativamente inferiore dell'endpoint primario, rispetto alla terapia standard.
La dose di 2.5 mg ha ridotto i tassi di mortalità per cause cardiovascolari rispetto al placebo ( 2.7% vs 4.1%, p=0.002 ) e di mortalità per qualsiasi causa ( 2.9% vs 4.5%, p=0.002 ), ma nessun beneficio di sopravvivenza è stato osservato con la dose di 5 mg.
I pazienti, trattati con Rivaroxaban hanno presentato un aumento del sanguinamento maggiore TIMI, che si è verificato nell’1.8% con la dose di 2.5 mg ( hazard ratio [ HR ] = 3.46, p inferiore a 0.001) e nel 2.4% con la dose di 5 mg di Rivaroxaban ( HR=4.47, p inferiore a 0.001 ), contro lo 0.6% dei pazienti trattati con il placebo.
Non è stato riscontrato nessun aumento di sanguinamento ad esito fatale.
I ricercatori hanno calcolato che il trattamento per 2 anni con 2.5 mg di Rivaroxaban potrebbe evitare un decesso ogni 56 pazienti sottoposti a terapia antipiastrinica. ( Xagena2011 )
Fonte: American Heart Association ( AHA ) Scientific Sessions, 2011
Cardio2011 Farma2011
Indietro
Altri articoli
Gotta e incidenza di 12 malattie cardiovascolari
La gotta, una comune artropatia da cristalli, è associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Si è cercato...
Prediabete e rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica tra gli adulti sopravvissuti a tumore infantile nella coorte St Jude Lifetime
Poco si sa circa la prevalenza del prediabete e il rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica (...
Colesterolo non-HDL e colesterolo LDL nell’infanzia ed eventi cardiovascolari aterosclerotici nell’adulto
Sebbene il colesterolo da lipoproteine a bassa densità ( colesterolo LDL ) rimanga il target primario del colesterolo nella pratica...
Aldosteronismo primario subclinico e salute cardiovascolare
L'aldosteronismo primario, caratterizzato da un'evidente produzione di aldosterone renina-indipendente, è una forma comune ma sottoriconosciuta di ipertensione e malattia cardiovascolare. Evidenze...
Infiammazione e colesterolo come predittori di eventi cardiovascolari nei pazienti ad alto rischio con intolleranza alle statine
Tra i pazienti trattati con terapia con statine ai livelli di colesterolo raccomandati dalle lineeguida, il rischio infiammatorio residuo valutato...
Semaglutide ed esiti cardiovascolari nell'obesità senza diabete
Semaglutide ( Wegovy ), un agonista del recettore di GPL-1 ( peptide-1 simil-glucagone ), ha dimostrato di ridurre il rischio...
Infezione grave e rischio di malattie cardiovascolari
L’eccesso di rischio di malattie cardiovascolari associato a un’ampia gamma di malattie infettive non è noto. È stato quantificato il...
Associazione tra disturbi ipertensivi della gravidanza e malattie cardiovascolari entro 24 mesi dal parto
Nonostante la ben nota associazione tra disturbi ipertensivi della gravidanza e malattie cardiovascolari, esistono dati limitati su quali specifiche diagnosi...
Sicurezza cardiovascolare della terapia sostitutiva con Testosterone
La sicurezza cardiovascolare della terapia sostitutiva con Testosterone negli uomini di mezza età e anziani affetti da ipogonadismo non è...
Diabete di tipo 2: sintesi delle principali evidenze in soggetti con malattia cardiovascolare e/o malattia renale cronica
Benefici cardiovascolari degli inibitori di SGLT2 e agonisti recettoriali di GLP1 Diversi studi clinici randomizzati hanno dimostrato per gli inibitori di...