Terapia primaria della malattia di Graves e morbilità e mortalità cardiovascolare
La malattia di Graves viene abitualmente trattata con farmaci antitiroidei, radioiodio o chirurgia, ma è incerto se la scelta della terapia iniziale influenzi i risultati a lungo termine.
Sono state valutate la morbilità e la mortalità cardiovascolare secondo il metodo e l'efficacia della terapia primaria nella malattia di Graves.
In questo studio di coorte retrospettivo sono stati identificati i pazienti con ipertiroidismo, diagnosticati tra il 1998 e il 2013, da un registro dei test degli anticorpi anti-recettore ( TRAb ) dell'ormone stimolante la tiroide ( TSH ) nel Galles meridionale, Regno Unito, e i loro dati clinici sono stati importati nell’All-Wales Secure Anonymised Information Linkage ( SAIL ) Databank ( Swansea University, Swansea, UK ).
I pazienti con malattia di Graves, definiti dai test TRAb positivi, sono stati selezionati per lo studio e i loro dati clinici sono stati collegati con i risultati in SAIL.
Non c’erano criteri di esclusione.
I pazienti sono stati confrontati per età e sesso con una popolazione di controllo nel database SAIL.
I pazienti sono stati raggruppati per trattamento entro 1 anno dalla diagnosi nel gruppo di farmaci antitiroidei, gruppo radioiodio con ipertiroidismo risolto ( gruppo con radioiodio A ) o gruppo radioiodio con ipertiroidismo non-risolto ( gruppo con radioiodio B ).
È stata analizzata l'associazione del trattamento con l'esito primario della mortalità per tutte le cause e l'esito secondario di eventi avversi cardiovascolari maggiori ( infarto miocardico, insufficienza cardiaca, ictus ischemico o morte ) con il punto di riferimento fissato a 1 anno dopo la diagnosi.
È stata analizzata l'associazione tra esiti e concentrazione di TSH e la concentrazione di tiroxina libera ( FT4 ).
Sono stati estratti i dati a livello di paziente di 4.189 pazienti ( 3.414 donne. 81.5%, e 775 uomini, 18.5% ) con la malattia di Graves e 16.756 controlli ( 13.656 donne, 81.5%, e 3.100 uomini, 18.5% ).
Nelle analisi di riferimento, 3.587 pazienti erano nel gruppo di farmaci antitiroidei, 250 nel gruppo con radioiodio A, 182 nel gruppo con radioiodio B.
I pazienti hanno mostrato un aumento della mortalità per tutte le cause rispetto ai controlli ( hazard ratio, HR=1.22 ).
Rispetto ai pazienti nel gruppo trattato con farmaci antitiroidei, la mortalità è stata più bassa tra quelli nel gruppo con radioiodio A ( HR=0.50 ), ma non per quelli nel gruppo con radioiodio B ( HR=1.51 ).
Concentrazioni di TSH persistentemente basse a 1 anno dalla diagnosi sono state associate a un aumento della mortalità indipendente dal metodo di trattamento ( HR=1.55 ).
È stata dimostrata una relazione non lineare positiva tra le concentrazioni di FT4 a 1 anno e la mortalità per tutte le cause.
Indipendentemente dal metodo di trattamento, il controllo precoce ed efficace dell'ipertiroidismo tra i pazienti con malattia di Graves è associato a una migliore sopravvivenza rispetto a un controllo meno efficace.
Il controllo rapido e prolungato dell'ipertiroidismo dovrebbe essere prioritario nella gestione della malattia di Graves e il trattamento preventivo precoce con radioiodio dovrebbe essere offerto a pazienti che difficilmente raggiungono la remissione con i soli farmaci antitiroidei. ( Xagena2019 )
Okosieme OE et al, Lancet Diabetes & Endocrinology 2019; 7: 278-287
Endo2019 Cardio2019
Indietro
Altri articoli
Gotta e incidenza di 12 malattie cardiovascolari
La gotta, una comune artropatia da cristalli, è associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Si è cercato...
Prediabete e rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica tra gli adulti sopravvissuti a tumore infantile nella coorte St Jude Lifetime
Poco si sa circa la prevalenza del prediabete e il rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica (...
Colesterolo non-HDL e colesterolo LDL nell’infanzia ed eventi cardiovascolari aterosclerotici nell’adulto
Sebbene il colesterolo da lipoproteine a bassa densità ( colesterolo LDL ) rimanga il target primario del colesterolo nella pratica...
Aldosteronismo primario subclinico e salute cardiovascolare
L'aldosteronismo primario, caratterizzato da un'evidente produzione di aldosterone renina-indipendente, è una forma comune ma sottoriconosciuta di ipertensione e malattia cardiovascolare. Evidenze...
Infiammazione e colesterolo come predittori di eventi cardiovascolari nei pazienti ad alto rischio con intolleranza alle statine
Tra i pazienti trattati con terapia con statine ai livelli di colesterolo raccomandati dalle lineeguida, il rischio infiammatorio residuo valutato...
Semaglutide ed esiti cardiovascolari nell'obesità senza diabete
Semaglutide ( Wegovy ), un agonista del recettore di GPL-1 ( peptide-1 simil-glucagone ), ha dimostrato di ridurre il rischio...
Infezione grave e rischio di malattie cardiovascolari
L’eccesso di rischio di malattie cardiovascolari associato a un’ampia gamma di malattie infettive non è noto. È stato quantificato il...
Associazione tra disturbi ipertensivi della gravidanza e malattie cardiovascolari entro 24 mesi dal parto
Nonostante la ben nota associazione tra disturbi ipertensivi della gravidanza e malattie cardiovascolari, esistono dati limitati su quali specifiche diagnosi...
Sicurezza cardiovascolare della terapia sostitutiva con Testosterone
La sicurezza cardiovascolare della terapia sostitutiva con Testosterone negli uomini di mezza età e anziani affetti da ipogonadismo non è...
Diabete di tipo 2: sintesi delle principali evidenze in soggetti con malattia cardiovascolare e/o malattia renale cronica
Benefici cardiovascolari degli inibitori di SGLT2 e agonisti recettoriali di GLP1 Diversi studi clinici randomizzati hanno dimostrato per gli inibitori di...