Varespladib ed eventi cardiovascolari nei pazienti con sindrome coronarica acuta


La fosfolipasi A2 secretoria ( sPLA2 ) genera prodotti fosfolipidi bioattivi implicati nella aterosclerosi. L’inibitore di sPLA2 Varespladib ha effetti favorevoli sui marcatori lipidici e infiammatori; tuttavia, il suo effetto sugli esiti cardiovascolari è sconosciuto.
Sono stati determinati gli effetti della inibizione di sPLA2 con Varespladib sugli esiti cardiovascolari.

VISTA-16 era uno studio in doppio cieco, randomizzato, multicentrico, effettuato in 362 ospedali in Europa, Australia, Nuova Zelanda, India e Nord America, con 5.145 pazienti randomizzati entro 96 ore dalla presentazione di una sindrome coronarica acuta ( ACS ).
I pazienti sono stati assegnati a Varespladib ( n=2.572 ) o a placebo ( n=2.573 ).

I partecipanti sono stati randomizzati a ricevere Varespladib ( 500 mg ) oppure placebo per 16 settimane, oltre ad Atorvastatina e altre terapie consolidate.

La misura primaria di efficacia era un composito di mortalità cardiovascolare, infarto miocardico non-fatale, ictus non-fatale, o angina instabile con evidenza di ischemia con necessità di ospedalizzazione a 16 settimane.
È stata valutata anche la sopravvivenza a 6 mesi.

In un'analisi ad interim pre-specificata, con 212 eventi di end-point primario, il Comitato indipendente per il monitoraggio dei dati e della sicurezza ha raccomandato l'interruzione dello studio per futilità e possibili danni.

L'end point primario si è verificato in 136 pazienti ( 6.1% ) trattati con Varespladib rispetto ai 109 pazienti ( 5.1% ) trattati con placebo ( hazard ratio, HR=1.25; log-rank P=0.08 ).

Varespladib era associato a un maggior rischio di infarto miocardico ( 78, 3.4% vs 47, 2.2%, HR=1.66; log-rank P=0.005 ).

L’end point secondario composito di mortalità cardiovascolare, infarto miocardico e ictus è stato osservato in 107 pazienti ( 4.6% ) nel gruppo Varespladib e 79 pazienti ( 3.8% ) nel gruppo placebo ( HR=1.36; P=0.04 ).

In conclusione, nei pazienti con recente sindrome coronarica acuta, Varespladib non ha ridotto il rischio di eventi cardiovascolari ricorrenti e ha significativamente aumentato il rischio di infarto miocardico.
L’inibizione di sPLA 2 con Varespladib può essere dannosa e non è una strategia utile per ridurre gli esiti cardiovascolari avversi dopo sindrome coronarica acuta. ( Xagena2014 )

Nicholls S et al, JAMA 2014; 311: 252-262

Cardio2014 Farma2014


Indietro

Altri articoli

La gotta, una comune artropatia da cristalli, è associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Si è cercato...


Poco si sa circa la prevalenza del prediabete e il rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica (...


Sebbene il colesterolo da lipoproteine ​​a bassa densità ( colesterolo LDL ) rimanga il target primario del colesterolo nella pratica...


L'aldosteronismo primario, caratterizzato da un'evidente produzione di aldosterone renina-indipendente, è una forma comune ma sottoriconosciuta di ipertensione e malattia cardiovascolare. Evidenze...


Tra i pazienti trattati con terapia con statine ai livelli di colesterolo raccomandati dalle lineeguida, il rischio infiammatorio residuo valutato...


Semaglutide ( Wegovy ), un agonista del recettore di GPL-1 ( peptide-1 simil-glucagone ), ha dimostrato di ridurre il rischio...


L’eccesso di rischio di malattie cardiovascolari associato a un’ampia gamma di malattie infettive non è noto. È stato quantificato il...


Nonostante la ben nota associazione tra disturbi ipertensivi della gravidanza e malattie cardiovascolari, esistono dati limitati su quali specifiche diagnosi...


La sicurezza cardiovascolare della terapia sostitutiva con Testosterone negli uomini di mezza età e anziani affetti da ipogonadismo non è...


Benefici cardiovascolari degli inibitori di SGLT2 e agonisti recettoriali di GLP1 Diversi studi clinici randomizzati hanno dimostrato per gli inibitori di...