La Rosuvastatina riduce i livelli di sCD40L nei pazienti con diabete di tipo 2 ed ipercolesterolemia


L’ipercolesterolemia e il diabete mellito di tipo 2 sono fattori di rischio ben riconosciuti per la malattia cardiovascolare.

Il ligando solubile CD40 ( sCD40L ), un marker di infiammazione vascolare, sembra predire il danno vascolare nei pazienti con diabete di tipo 2.

Oltre all’effetto ipolipidemizzante, le statine appaiono rallentare la progressione dell’aterosclerosi mediante una serie di effetti antinfiammatori, tra cui la riduzione dei livelli di sCD40L.

Ricercatori dell’Università di Pisa hanno confrontato l’effetto del trattamento di breve periodo ( 12 settimane ) con Rosuvastatina ( Crestor ) o Simvastatina ( Sinvacor ) su alcuni marker di infiammazione in 36 pazienti con diabete di tipo 2 ed ipercolesterolemia moderata.

Entrambi i farmaci hanno modificato in modo significativo il profilo lipidico; inoltre la Rosuvastatina e la Simvastatina sono state in grado di ridurre in modo significativo la velocità di escrezione dell’albumina in questi pazienti, senza interessare NAG ( N-acetil-beta-glucosaminidasi ) urinaria.

L’omocisteina plasmatica non è stata influenzata dal trattamento, così come i livelli di interleuchina-6 ( IL-6 ), mentre la proteina C-reattiva è diminuita.

La Rosuvastatina, ma non la Simvastatina, ha ridotto in modo significativo sCD40L.

Nei pazienti ipercolesterolemici affetti da diabete di tipo 2, i livelli di sCD40L sono stati ridotti dal breve trattamento con Rosuvastatina.
sCD40L è un fattore che svolge un importante ruolo nella patogenesi dell’aterosclerosi ed è associato a lesioni più inclini alla rottura. ( Xagena2008 )

Santini E et al, J Endocrinol Invest 2008; 31: 660-665


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