Potassio sierico e di origine alimentare: rischio di diabete mellito di tipo 2 incidente


I livelli sierici di potassio influenzano la secrezione di insulina da parte delle cellule pancreatiche beta e l'ipopotassiemia associata all'uso di diuretici è stata associata ad alterazioni glicemiche.

E' stato ipotizzato che gli adulti con livelli sierici di potassio più bassi e ridotta assunzione di potassio con la dieta siano ad alto rischio di diabete mellito, indipendentemente dall'uso di un diuretico.

Sono stati analizzati i dati di 12.209 partecipanti allo studio Atherosclerosis Risk in Communities ( ARIC ), uno studio di coorte prospettico ancora in corso, iniziato nel 1986, con un follow-up di 9 anni di visite e un follow-up di 17 anni eseguito per via telefonica.

Durante i 9 anni di follow-up eseguito mediante visite, 1475 partecipanti hanno sviluppato diabete mellito incidente.
All'analisi multivariata, è stata trovata un'associazione inversa tra livelli sierici di potassio e rischio di diabete mellito incidente.

Rispetto a quelli con livelli sierici di potassio normali-alti ( 5.0-5.5 mEq/l ), gli adulti con livelli sierici di potassio inferiori a 4.0 mEq/l, tra 4.0 e meno di 4.5 mEq/l e tra 4.5 e meno di 5.0 mEq/l avevano un hazard ratio ( HR ) aggiustato di diabete mellito incidente, rispettivamente, di 1.64, 1.64, e 1.39.

Un aumento del rischio è persistito nel corso di un ulteriore follow-up telefonico di 8 anni sulla base di informazioni riportate dai pazienti con HR tra 1.2 e 1.3 per quelli con un livello di potassio sierico inferiore a 5.0 mEq/l.

Nei modelli non-aggiustati, l'assunzione di potassio con la dieta è risultata associata significativamente al rischio di diabete mellito incidente, ma non nei modelli multivariati.

In conclusione, il livello plasmatico di potassio è un predittore indipendente di diabete mellito incidente in questa coorte di pazienti.
Sono necessari ulteriori studi per determinare se le variazioni del potassio sierico possano ridurre il conseguente rischio di diabete mellito. ( Xagena2010 )

Chatterjee R et al, Arch Intern Med 2010; 170: 1745-1751


Endo2010



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