Scompenso cardiaco: i diuretici risparmiatori di potassio possono aumentare la mortalità


L’uso cronico dei diuretici risparmiatori di potassio può essere associato ad outcome ( esiti ) avversi nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica.

Lo studio retrospettivo è stato compiuto presso l’Alabama University a Birmingham negli Stati Uniti.

E’ stato analizzato l’outcome di 1391 partecipanti allo studio DIG ( Digitalis Investigation Group ) che avevano assunto diuretici ed i dati sono stati confrontati con quelli di 1391 soggetti che, invece, non avevano ricevuto diuretici.

Il periodo mediano di follow-up è stato di 40 mesi.

In questo periodo è stato osservato un aumento del 31% della mortalità per tutte le cause tra i pazienti trattati con diuretici rispetto ai pazienti che non hanno ricevuto diuretici ( 29% versus 21%; p = 0.002 ).
Inoltre, le ospedalizzazioni per insufficienza cardiaca sono aumentate del 35% tra i pazienti trattati con i diuretici ( 23% versus 18%; p = 0.001 ).

Tra i pazienti in classe NYHA I e II, l’impiego dei diuretici è risultato associato ad un aumento significativo del 25% del rischio di morte.
I diuretici erano anche associati ad un aumento della mortalità nei pazienti in classe NYHA III e IV.

Secondo gli Autori, gli effetti dannosi dei diuretici nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica potrebbero essere attenuati riducendo l’assunzione di sale, inoltre, anziché aumentare il dosaggio dei diuretici per alleviare la sintomatologia dello scompenso cardiaco, potrebbe essere presa in considerazione l’aggiunta di Digossina a basso dosaggio. ( Xagena2006 )

Fonte: European Heart Journal, 2006


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