Un’infusione di sodio bicarbonato previene la nefropatia indotta da mezzo di contrasto


La più diffusa complicazione da tecnica radiografica rimane la nefropatia indotta da mezzo di contrasto.

Su modelli animali di insufficienza renale ischemica acuta è emerso che un pretrattamento con sodio bicarbonato è risultato maggiormente protettivo di uno con sodio cloruro.

E’ stato ipotizzato che l’insufficienza renale acuta sia di origine ischemica sia indotta da mezzo di contrasto fosse avvenuta a causa di danni da radicale libero.

E’ stato condotto uno studio il cui obiettivo è stato quello di esaminare l’efficacia del sodio bicarbonato rispetto al sodio cloruro per una preventiva idratazione prima e dopo la radiografia con mezzo di contrasto.

Nel periodo compreso tra settembre 2002 e giugno 2003, presso un unico centro, è stato condotto uno studio prospettico su 119 pazienti con livelli plasmatici stabili di creatinina ( ³ 97.2 micromoli/l ).

I pazienti arruolati sono stati sottoposti, in modo casuale, a un’infusione da 154mEq/l di sodio cloruro ( n = 59 ) o di sodio bicarbonato ( n = 60 ), prima e dopo la somministrazione di Iopamidolo ( 370mg di Iodino per ml ).

I pazienti hanno ricevuto l’infusione di sodio cloruro o di sodio bicarbonato in un bolo da 3ml/kg di peso corporeo all’ora, per 1 ora prima della somministrazione dello Iopamidolo e hanno ricevuto, in seguito alla procedura, un’altra infusione da 1ml/kg di peso corporeo all’ora, per 6 ore.

Sono stati misurati i livelli di plasmatici di creatinina al basale, 1 e 2 giorni dopo la somministrazione del mezzo di contrasto.

L’outcome preso in esame è stata l’insorgenza di nefropatia indotta da mezzo di contrasto, definita come un aumento del 25% o più nei livelli plasmatici di creatinina, in 2 giorni dalla somministrazione del contrasto.

Dai risultati non sono emerse differenze significative tra i due gruppi per quanto riguarda l’età, il sesso, l’incidenza di diabete mellito, l’etnia o il volume del mezzo di contrasto.

Al basale, il l ivello di creatinina è stato lievemente più alto ma non statisticamente differente nei pazienti che hanno ricevuto l’infusione di sodio bicarbonato ( 151.2 micromoli/l per il gruppo del sodio cloruro e 167.1 micromoli/l per il gruppo del sodio bicarbonato, con p = 0.09 ).

L’end point primario di nefropatia indotta da mezzo di contrasto si è evidenziato in 8 pazienti ( 13.6% ) ai quali, per infusione, era stato somministrato sodio cloruro e in 1 solo ( 1.7% ) tra i pazienti che avevano ricevuto sodio bicarbonato ( p = 0.02 ).

Da un registro di follow-up ( osservazione ) di 191 pazienti arruolarti consecutivamente che hanno ricevuto trattamento profilattico con sodio bicarbonato e che sono rientrati negli stessi criteri di inclusione allo studio sono emersi 3 casi di nefropatia indotta da mezzo di contrasto ( 1.6% ).

Dai risultati dello studio è emerso che un trattamento di idratazione con sodio bicarbonato, prima dell’esposizione al mezzo di contrasto, risulta più efficace di un’idratazione effettuata con sodio cloruro come profilassi per l’insufficienza renale indotta da mezzo di contrasto ( Xagena2004 ).

Merten G J et al JAMA 2004; 291: 2328-2334



Nefro2004


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