Isoflavoni di soia per la prevenzione della perdita ossea e per la riduzione dei sintomi vasomotori in menopausa
Ogni donna che vive abbastanza a lungo va incontro alla transizione in menopausa; circa l'80% sperimenterà vampate di calore e sudorazioni notturne e circa il 20% avvertirà un fastidio tale da richiedere un trattamento.
Inoltre, le donne perdono massa ossea a un tasso accelerato di circa il 2% l'anno durante il passaggio in menopausa, con conseguente aumento del rischio di osteoporosi e fratture tardive nella vita.
Il trattamento con estrogeni riduce la frequenza delle vampate di calore e le sudorazioni notturne dal 60% al 95%, in base al dosaggio.
Gli estrogeni inoltre riducono la perdita ossea associata alla menopausa e il rischio di fratture osteoporotiche.
Purtroppo, l'uso di estrogeni è associato a un aumentato rischio di eventi tromboembolici venosi, ictus e deterioramento cognitivo. L'aggiunta di un progestinico al regime di estrogeni, necessario nelle donne con l'utero per evitare il marcato aumento del rischio di iperplasia uterina e il tumore associato agli estrogeni non-bilanciati, aumenta il rischio di eventi coronarici, ictus, cancro al seno, tromboembolismo venoso e demenza.
L’aumentato rischio di questi effetti negativi è ridotto ( circa 1 ogni 1000 donne trattate per anno ).
Tuttavia, circa 10 milioni di donne statunitensi utilizzano la terapia ormonale postmenopausale e anche un piccolo aumento del rischio si traduce in un gran numero di eventi avversi.
La ricerca continua per trovare alternative più sicure per il trattamento dei sintomi della menopausa e per la prevenzione della osteoporosi.
Nell'articolo Soy isoflavones in the prevention of menopausal bone loss and menopausal symptoms: a randomized, double-blind trial ( Arch Intern Med. 2011 ) sono stati riportati i risultati dello studio Soy Phytoestrogens as Replacemet Estrogens ( SPARE ), finanziato dal National Institutes of Health ( NIH ).
Donne in postmenopausa di età compresa tra 45 e 60 anni che non avevano osteoporosi al basale sono state randomizzate a ricevere 200 mg di Isoflavoni di soia al giorno oppure placebo.
Dopo 2 anni di follow-up, non sono state osservate differenze nella perdita di massa ossea della colonna lombare, dell'anca in toto, o del collo del femore, ma le donne trattate con Isoflavoni di soia hanno riferito più vampate di calore rispetto al gruppo placebo.
Lo studio SPARE è stato progettato per superare i limiti di molti studi precedenti su prodotti a base di soia, compresa la progettazione inadeguata, la piccola dimensione del campione e la breve durata.
Per molti aspetti, la progettazione e la conduzione dello studio SPARE sono state efficaci.
Il difetto principale dello studio è stato che solo 248 delle 306 partecipanti previste sono state arruolate, e i tassi di abbandono maggiori del previsto hanno portato a una dimensione del campione finale notevolmente inferiore a quella prevista.
Tuttavia, visti i risultati praticamente identici nei 2 gruppi, è difficile immaginare che il risultato sarebbe stato diverso in modo sostanziale con più partecipanti o un minore abbandono.
Le speranze che gli Isoflavoni della soia possano essere un’alternativa sicura ed efficace agli estrogeni sono state notevoli, e numerosi studi randomizzati sono stati condotti sugli effetti degli Isoflavoni della soia sulla densità ossea e sui sintomi della menopausa.
I risultati dello studio sono stati mescolati, ma due recenti meta-analisi hanno concluso che gli Isoflavoni della soia non prevengono la perdita ossea.
Una terza meta-analisi ha concluso che gli Isoflavoni della soia hanno un modesto effetto positivo sui marker del riassorbimento osseo ma nessun effetto sui marker di formazione.
L'effetto a breve termine dei cambiamenti dei marcatori del riassorbimento osseo sulla densità ossea e sul rischio di fratture non è chiaro.
Nel complesso, non sembra che l'integrazione con la soia abbia un ruolo importante nella prevenzione della osteoporosi.
Tuttavia, rimane la questione se l'integrazione di soia possa conferire un beneficio in alcune donne selezionate.
Un prodotto metabolico della Daidzeina ( uno dei più importanti fitoestrogeni nella proteina di soia ), noto come Equolo, è ritenuto essere biologicamente più attivo rispetto alla Daidzeina, e solo il 25-50% delle donne produce Equolo.
La risposta alla Daidzeina potrebbe essere migliore nelle donne che producono Equolo, migliorando gli effetti benefici della integrazione di soia.
Sebbene l’Equolo sia stato misurato nello studio SPARE, non risulta essere stato misurato dopo l'ingestione di Daidzeina, dato necessario per ottenere una misura accurata dello stato di produttore di Equolo.
I sintomi della menopausa erano un esito secondario, misurati utilizzando il Women's Health Questionnaire, nel quale è richiesto alle donne di segnalare la frequenza dei vari sintomi, tra cui le vampate di calore e la sudorazione notturna.
La frequenza delle vampate di calore non è stata diversa nel gruppo con Isoflavoni di soia ma è diminuita nel gruppo placebo, determinando una frequenza delle vampate di calore statisticamente più elevata nel gruppo Isoflavoni di soia rispetto al gruppo placebo alla fine dello studio.
Come per la densità ossea, i risultati degli studi clinici con gli Isoflavoni di soia per il trattamento dei sintomi vasomotori sono stati molto variabili, probabilmente a causa delle differenze di dosaggio, del tipo di Isoflavoni, delle popolazioni studiate e delle misure di esito.
Una meta-analisi di 19 studi randomizzati, controllati con placebo, ha concluso che vi è stato un miglioramento statisticamente significativo nelle vampate di calore con il trattamento a base di soia, ma la riduzione media è stata di -0.39 vampate di calore al giorno ( meno della metà delle vampate al giorno ) rispetto al placebo.
Questa differenza è così piccola da essere clinicamente poco importante e certamente non raggiunge il netto miglioramento dei sintomi vasomotori associati al trattamento con estrogeni.
Anche in questo caso, le questioni riguardanti le potenziali risposte differenti in base allo status di produttore di Equolo rimangono irrisolte.
Nonostante gli sforzi di molti ricercatori per trovare alternative agli estrogeni, nessuna terapia, fino ad oggi, si è avvicinata all'efficacia del dosaggio standard di estrogeni per il trattamento dei sintomi vasomotori.
In una certa misura, la ricerca è limitata dalla mancanza di informazioni sui meccanismi delle vampate di calore e delle sudorazioni notturne.
Alcune terapie non-ormonali, tra cui alcuni inibitori selettivi del riassorbimento della serotonina e Gabapentin ( Neurontin ), possono rivelarsi efficaci quanto gli estrogeni a basso dosaggio in alcune donne.
La questione importante per le donne riguarda il sufficiente grado di sollievo dai sintomi.
E' sempre più chiaro che i disturbi del sonno e dell'umore associati alla menopausa sono motivi importanti per ricorrere alla terapia. ( Xagena2011 )
Newton KM, Gradfy D, Arch Intern Med 2011; 171: 1369-1370
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