Prevenzione secondaria di eventi cardiovascolari: Vorapaxar, risultati misti
Un nuovo antiaggregante piastrinico, Vorapaxar, ha mostrato un’alta efficacia nel ridurre gli eventi ischemici, ma a prezzo di un’elevata incidenza di emorragia.
Fin da gennaio 2011 erano emersi gravi problemi di sanguinamento con Vorapaxar; un Comitato di sicurezza che aveva esaminato i dati dello studio TRA-2P aveva giudicato il nuovo farmaco antipiastrinico non appropriato per i pazienti che avevano subito un ictus, a causa dell’alto rischio di sanguinamento.
Lo studio era continuato dopo l’esclusione dei pazienti con storia di ictus.
Sono stati quindi presi in esame i pazienti che erano in condizioni stabili dopo aver subito un infarto miocardico o aver avuto diagnosi di occlusione arteriosa agli arti inferiori, per verificare se Vorapaxar fosse in grado di prevenire futuri infarti miocardici o ictus.
I dati dello studio TRA-2P hanno mostrato che Vorapaxar, utilizzato per una media di 30 mesi, ha raggiunto l’endpoint principale, riducendo del 13% il rischio combinato di morte cardiovascolare, infarto miocardico e ictus, rispetto ai pazienti trattati con terapia antipiastrinica standard e placebo.
Di contro il 2.4% dei pazienti con precedenti eventi ictali è andato incontro a emorragia cerebrale contro lo 0.9% di quelli trattati con placebo.
Nell’intera coorte, l’incidenza di sanguinamento moderato-grave nel gruppo Vorapaxar è stata del 4.2%, rispetto al 2.5% nel gruppo placebo.
Quasi l'1% di coloro che hanno assunto Vorapaxar ha presentato emorragie cerebrali, in misura 2 volte maggiore rispetto a coloro che avevano ricevuto solo trattamento standard.
Il rischio di emorragia cerebrale è risultato molto meno marcato tra i pazienti che non avevano storia di ictus, con un'incidenza dello 0.6% per coloro che erano stati trattati con Vorapaxar, contro lo 0.4% nel gruppo placebo.
Sebbene l'incidenza di gravi emorragie tra i pazienti con nessuna storia di ictus sia risultata statisticamente simile nel gruppo placebo e nel gruppo Vorapaxar, il sanguinamento moderato è risultato due volte più frequente nei pazienti del gruppo Vorapaxar ( 2.7% ). ( Xagena2012 )
Fonte: American College of Cardiology ( ACC ) Annual Scientific Sessions, 2012
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