Ixekizumab e Brodalumab mostrano i maggiori benefici clinici nella psoriasi


Una meta-analisi ha mostrato che sia Ixekizumab sia Brodalumab sono associati a un migliore beneficio clinico rispetto ad altre terapie biologiche nel trattamento per 12 o 16 settimane della psoriasi.

E' stata condotta una revisione sistematica della letteratura tesa a confrontare i benefici cumulativi dei farmaci biologici, che disponevano di dati disponibili per 12-16 settimane di trattamento, nei pazienti con psoriasi da moderata a grave.

Sono stati analizzati gli studi di fase 3 che hanno misurato le risposte PASI ( Psoriasis Area and Severity Index ) 75, PASI 90 e PASI 100.

L'analisi ha incluso 714 studi, di cui 245 erano pubblicazioni full-text e 469 estratti di conferenze. Il set di dati finali ha incluso 28 articoli che soddisfacevano i criteri.

Le terapie anti-IL-17 sono risultate superiori alle terapie anti-IL-23 e di altri prodotti biologici con benefici clinici cumulativi costantemente maggiori, sulla base degli esiti PASI 75, PASI 90 e PASI 100.
Questi risultati sono stati riportati per durata del trattamento di 12 settimane e 16 settimane.

Per trattamenti di 12 settimane, Ixekizumab ( Taltz ) e Brodalumab ( Siliq ) hanno superato Secukinumab ( Cosentyx ), Guselkumab ( Tremfya ), Infliximab ( Remicade ), Adalimumab ( Humira ), Ustekinumab ( Stelara ) ed Etanercept ( Enbrel ) per questi endpoint.

Negli studi che hanno valutato 16 settimane di terapia, Ixekizumab è risultato associato a migliori benefici cumulativi rispetto a qualsiasi altro farmaco.

La percentuale massima di beneficio clinico cumulativo raggiunto è una metrica utile per catturare la velocità e l'entità delle risposte cliniche per i farmaci biologici della psoriasi e può aiutare i medici a differenziare le scelte terapeutiche per i propri pazienti. ( Xagena2019 )

Fonte: Journal of the American Academy of Dermatology ( JAAD ), 2019

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