Studio ASSENT-3: efficacia e sicurezza del Tenecteplase in associazione all’Enoxaparina, Abciximab o Eparina non frazionata nell’infarto miocardico acuto


In molti pazienti le attuali terapie fibrinolitiche non sono in grado di produrre una riperfusione ottimale.
Le eparine a basso peso molecolare e gli inibitori piastrinici della glicoproteina IIb/IIIa potrebbero migliorare la terapia di riperfusione farmacologica.
Uno studio clinico, randomizzato, ha confrontato l’efficacia e la sicurezza del Tenecteplase associato all’Enoxaparina o Abciximab, con quella del Tenecteplase e dell’Eparina non frazionata nei pazienti con infarto miocardico acuto.
Un totale di 6.095 pazienti con IMA ad esordio inferiore a 6 ore sono stati assegnati in modo random ad uno dei 3 regimi terapeutici: a) Tenecteplase + Enoxaparina, a dosi piene per un massimo di 7 giorni (gruppo Enoxaparina, n = 2.040); b) Tenecteplase metà dosaggio con Eparina non frazionata a basso dosaggio ed un’infusione di 12 ore di Abciximab (gruppo Abciximab, n = 2.017 ); c) Tenecteplase a dosaggio pieno con Eparina non frazionata per 48 ore (gruppo Eparina non frazionata , n= 2.038).
Gli end-point primari erano: mortalità a 30 giorni , reinfarto o ischemia refrattaria in ospedale.
E’ stata anche valutata oltre all’efficacia, anche la sicurezza (emorragia intracranica o in ospedale). Il Tenecteplase associato all’Enoxaparina o all’Abciximab hanno ridotto l’incidenza delle complicanze ischemiche dell’infarto miocardico acuto.
Alla luce della sua facilità di somministrazione, il Tenecteplase associato all’Eparina sembra essere un regime terapeutico alternativo, che tuttavia richiede studi di approfondimento.

ASSENT-3 Investigators, Lancet 2001; 358: 605-613

Xagena


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