Anticorpi anti-PD-1 e anti-PD-L1 rallentano lo sviluppo dei tumori in fase avanzata
Due studi di fase I, hanno mostrato che il blocco della via di segnale che coinvolge il recettore PD-1 ( T-cell receptor programmed death 1 protein ) si traduce in un miglioramento dei tassi di risposta in diversi tumori solidi. La via di segnale PD-1 è parte del sistema di prevenzione dell’iperattivazione immunitaria. Il ligando della proteina PD-1, PD-L1, presenta azione immunosoppressiva.
Nel primo studio, Suzanne Topalian, Johns Hopkins Kimmel Cancer Center, e colleghi hanno analizzato la sicurezza e l'attività dell’anticorpo BMS-936558 diretto contro PD-1.
Nel secondo, Julie Brahmer, Johns Hopkins Kimmel Cancer Center, e colleghi hanno esaminato la sicurezza e l'attività dell’anticorpo BMS-936559 diretto contro PD-L1.
In entrambi gli studi, gli anticorpi sono apparsi sicuri, con tassi di risposta promettenti e di lunga durata in pazienti con diversi tipi di cancro in fase avanzata. Entrambi i farmaci sono stati somministrati per via endovenosa in ambiente ambulatoriale.
Anticorpo monoclonale BMS-936558
Lo studio riguardante l’anticorpo anti-PD-1, BMS-936558, ha coinvolto 296 pazienti con melanoma in fase avanzata, carcinoma polmonare non-a-piccole cellule, tumore alla prostata resistente alla castrazione, tumore del colon-retto, e carcinoma a cellule renali.
L’anticorpo anti-PD-1 è stato somministrato alla dose di 0.1-10 mg per kg di peso corporeo ogni 2 settimane.
Il tasso di risposta obiettivo cumulativo per tutte le dosi è stato pari al 18% tra i pazienti con carcinoma del polmone non-a-piccole cellule, 27% tra i pazienti con carcinoma a cellule renali, 28% per quelli con melanoma.
Non è stata riscontrata risposta obiettiva tra i pazienti con carcinoma alla prostata e al colon-retto.
BMS-936558 ha mostrato attività clinica molto elevata nei pazienti con tumore al polmone non-a-piccole cellule.
Il tumore del polmone non-a-piccole cellule è generalmente resistente all’immunoterapia.
Inoltre, tra i pazienti con almeno un anno di follow-up, 20 risposte su 31 hanno avuto una durata di almeno 1 anno.
Il 14% dei pazienti è andato incontro a eventi avversi di grado 3 o 4 correlati al farmaco; 3 pazienti sono morti per tossicità polmonare.
Anticorpo monoclonale BMS-936559
Nello studio PD-L1, sono stati arruolati 207 pazienti, di cui 75 con tumore del polmone non-a-piccole cellule, 55 con melanoma, 18 con cancro colorettale, 17 con tumore a cellule renali, 17 con cancro dell’ovaio, 14 con tumore al pancreas, 7 con cancro gastrico, e 4 con tumore al seno.
L’anticorpo anti-PD-L1 BMS-936559 è stato somministrato alle dosi comprese tra 0.3 e 10 mg per kg di peso corporeo.
Risposte obiettive sono state osservate nel 10% dei pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule, nel 12% dei pazienti affetti da carcinoma renale, nel 17% di quelli con melanoma.
Non ci sono state risposte tra i pazienti con altre forme di cancro.
Tra i 16 pazienti che hanno risposto e che avevano avuto almeno un anno di follow-up, 8 hanno presentato risposta di durata almeno annuale.
La terapia anti-PD-L1 ha causato eventi avversi di grado 3 o 4 correlati al trattamento nel 9% dei pazienti, ma non sono stati riscontrati decessi. ( Xagena2012 )
Fonte: Annual Meeting - American Society of Clinical Oncology ( ASCO ), 2012
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