AACR 2019: Gilteritinib nei pazienti con leucemia mieloide acuta FLT3-mutata
I pazienti assegnati a Gilteritinib ( Xospata ) hanno mostrato una riduzione del rischio di morte del 36% rispetto a quelli assegnati alla chemioterapia standard.
La sopravvivenza globale mediana è stata di 9.3 mesi per quelli assegnati a Gilteritinib rispetto a 5.6 mesi per quelli assegnati alla chemioterapia standard.
Il tasso di sopravvivenza a 1 anno è stato del 37.1% nel gruppo trattato con Gilteritinib rispetto al 16.7% tra quelli trattati con chemioterapia standard.
Gilteritinib mirato a FLT3 ha migliorato la sopravvivenza nei pazienti con leucemia mieloide acuta ( AML ) recidivata o refrattaria che presentavano una mutazione nel gene FLT3 rispetto ai regimi di chemioterapia standard, in base ai risultati dello studio ADMIRAL di fase III.
Gilteritinib è stato approvato dalla FDA ( Food and Drug Administration ) nel novembre 2018, per il trattamento dei pazienti adulti con leucemia mieloide acuta recidivante o refrattaria che risultano positivi per una mutazione di FLT3.
L'approvazione della FDA di Gilteritinib si è basata sui dati di sicurezza e una analisi provvisoria del tasso di risposta a Gilteritinib nello studio ADMIRAL; non si invece basata su un confronto dell'efficacia di Gilteritinib rispetto alla chemioterapia standard.
Al meeting annuale di AACR ( American Association for Cancer Research ) è stata presentata l'analisi finale dei risultati dello studio ADMIRAL, compresi i dati che hanno dimostrato che Gilteritinib è superiore alla chemioterapia standard ( migliore sopravvivenza globale ).
ADMIRAL era uno studio clinico randomizzato di fase III progettato per determinare se Gilteritinib migliora la sopravvivenza nei pazienti con leucemia mieloide acuta recidivata o refrattaria a FLT3 rispetto ai regimi chemioterapici standard, che comprendevano su scelta dello sperimentatore: Citarabina a basso dosaggio; Azacitidina; Mitoxantrone, Etoposide e Citarabina; e Fludarabina, Citarabina, G-CSF ( fattore stimolante le colonie di granulociti ) e Idarubicina.
Dei 371 pazienti arruolati nello studio clinico, 247 sono stati assegnati in modo casuale a Gilteritinib e 124 alla chemioterapia standard.
All'analisi finale, i pazienti che erano stati assegnati a Gilteritinib hanno mostrato una riduzione del rischio di morte del 36% rispetto a quelli assegnati alla chemioterapia standard.
La sopravvivenza globale mediana è stata di 9.3 mesi per quelli assegnati a Gilteritinib rispetto a 5.6 mesi per quelli assegnati alla chemioterapia standard.
Il tasso di sopravvivenza a 1 anno è stato del 37.1% nel gruppo trattato con Gilteritinib rispetto al 16.7% tra quelli che avevano ricevuto chemioterapia standard.
Il tasso combinato di remissione completa e remissione completa con recupero ematologico parziale è stato pari al 34.0% per quelli assegnati a Gilteritinib e del 15.3% per quelli assegnati a chemioterapia standard.
La sopravvivenza più lunga nel braccio Gilteritinib è stata osservata tra i pazienti che hanno effettuato il trapianto e successivamente hanno riassunto Gilteritinib per prevenire le ricadute; la sopravvivenza a lungo termine è risultata molto rara su entrambi i bracci di trattamento.
Sono già stati avviati studi clinici per valutare Gilteritinib in combinazione con altre terapie per la leucemia mieloide acuta recidivata o refrattaria mutata in FLT3 nel lungo periodo, e Gilteritinib come terapia di prima linea per i pazienti di nuova diagnosi.
La principale limitazione dello studio è che il trattamento standard di prima linea per la leucemia mieloide acuta mutata in FLT3 è cambiato durante l'arruolamento nello studio ADMIRAL; nell'aprile 2017 l'FDA aveva approvato Midostaurina con target terapeutico di FLT3 per questa indicazione.
Pertanto, una piccola minoranza di pazienti in entrambi i bracci aveva ricevuto una precedente terapia mirata a FLT3. E' possibile che le leucemie che vanno incontro a recidiva o erano refrattarie al trattamento di prima linea che includeva la Midostaurina erano meno dipendenti da FLT3 per la loro crescita e quindi avevano meno probabilità di risposta a Gilteritinib. ( Xagena2019 )
Fonte: Annual Meeting dell'American Assocation for Cancer Research ( AACR ), 2019
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