Metilfenidato per ipocinesia e freezing nell’andatura in pazienti con malattia di Parkinson sottoposti a stimolazione del nucleo subtalamico
Nonostante la gestione medica ottimale, molti pazienti con malattia di Parkinson sono limitati da disturbi nell’andatura incluso il freezing ( blocco motorio improvviso ).
È stato condotto uno studio allo scopo di valutare se il Metilfenidato ( Ritalin ), attraverso la sua azione combinata sulla ricaptazione di dopamina e noradrenalina, possa migliorare i disturbi nell’andatura e il freezing nei pazienti con malattia di Parkinson in stadio avanzato senza demenza e che erano stati sottoposti a stimolazione del nucleo subtalamico.
Lo studio multicentrico, in parallelo, in doppio cieco, placebo-controllato e randomizzato è stato condotto in 13 Centri in Francia nel periodo 2009-2011.
I pazienti risultati idonei avevano un’età inferiore a 80 anni e malattia di Parkinson, gravi disturbi nell’andatura e freezing, nonostante il trattamento ottimizzato per le fluttuazioni motorie con farmaci dopaminergici e stimolazione subtalamica.
I pazienti sono stati assegnati in maniera casuale e in un rapporto 1:1 a ricevere Metilfenidato ( 1 mg/kg al giorno ) o placebo per 90 giorni.
Per ottenere risultati controllati per gli effetti della Levodopa, i pazienti sono stati valutati in condizioni standardizzate con una esposizione acuta a Levodopa.
L’esito primario era un cambiamento nel numero di passi durante il test stand-walk-sit ( SWS ) senza Levodopa.
Sono stati confrontati i rispettivi numeri medi di passi al giorno 90 nel gruppo Metilfenidato e in quello placebo in una analisi di covarianza e aggiustata per differenze basali.
Sono stati valutati 81 pazienti e 35 sono stati assegnati a ricevere Metilfenidato e 34 a ricevere placebo.
Nello studio, 33 pazienti nel gruppo Metilfenidato e 32 nel gruppo placebo hanno completato lo studio.
Gli esiti di efficacia sono stati valutati nei pazienti che avevano completato lo studio.
Rispetto ai pazienti del gruppo placebo ( mediana 33 passi ), quelli del gruppo Metilfenidato avevano raggiunto un numero inferiore di passi a 90 giorni ( 31 passi, p=0.017 ).
Gli eventi avversi sono stati analizzati in tutti i pazienti coinvolti nella randomizzazione.
È stato osservato un numero significativamente superiore di eventi avversi nel gruppo Metilfenidato che nel gruppo placebo.
I pazienti nel gruppo Metilfenidato hanno mostrato un aumento significativo nella frequenza cardiaca ( media 3.6 battiti al minuto ) e un calo ponderale ( media 2.2 kg ) rispetto al gruppo placebo.
In conclusione, il Metilfenidato ha migliorato ipocinesia e freezing nell’andatura nei pazienti con malattia di Parkinson in fase avanzata sottoposti a stimolazione del nucleo subtalamico.
Il Metilfenidato rappresenta un’opzione terapeutica nel trattamento dei disturbi dell’andatura nella malattia di Parkinson in fase avanzata.
Il rapporto rischio-beneficio nel lungo periodo dovrebbe essere studiato ulteriormente. ( Xagena2012 )
Moreau C et al, Lancet Neurol 2012; 11: 589-596
Neuro2012 Farma2012
Indietro
Altri articoli
Mirtazapina come stimolante dell'appetito nei pazienti con tumore al polmone non-a-piccole cellule e anoressia
Attualmente non esiste una terapia standard per migliorare l'anoressia correlata al tumore, che ostacola la sopravvivenza. La Mirtazapina ( Remeron...
LOAd703, una terapia genica immunostimolante basata su virus oncolitici, combinata con chemioterapia per il tumore del pancreas non-resecabile o metastatico: studio LOKON001
L'adenocarcinoma duttale pancreatico è caratterizzato da bassa immunogenicità e da un microambiente tumorale immunosoppressore. LOAd703, un adenovirus oncolitico con transgeni...
Stimolazione cerebrale profonda del nucleo anteriore del talamo nell'epilessia farmacoresistente nel Registro multicentrico dei pazienti MORE
L’efficacia della stimolazione cerebrale profonda del nucleo anteriore del talamo ( ANT DBS ) nei pazienti con epilessia resistente ai...
Sopravvivenza libera da progressione e modelli di risposta nei pazienti con neuroblastoma recidivante ad alto rischio trattati con Irinotecan / Temozolomide / Dinutuximab / Fattore stimolante le colonie di granulociti - macrofagi
Sebbene la chemioimmunoterapia sia ampiamente utilizzata per il trattamento di bambini con neuroblastoma ad alto rischio ( HRNB ) recidivante,...
Efficacia e sicurezza di Luspatercept rispetto a Epoetina alfa nelle sindromi mielodisplastiche a basso rischio, dipendenti da trasfusione, naive agli agenti stimolanti l'eritropoiesi: studio COMMANDS
Gli agenti stimolanti l'eritropoiesi ( ESA ) rappresentano il trattamento standard per l'anemia nella maggior parte dei pazienti con sindromi...
Esiste un legame tra infertilità, aborto spontaneo, natimortalità e menopausa prematura o precoce ?
È stato dimostrato che alcuni fattori riproduttivi ( come l'età al menarca e la parità ) sono associati all'età alla...
Confronto tra sopravvivenza a lungo termine e terapia medica continua, stimolazione del nervo vago e chirurgia cranica dell'epilessia nei pazienti pediatrici con epilessia resistente ai farmaci
La sopravvivenza a lungo termine nell’epilessia pediatrica non è completamente caratterizzata. È necessaria una migliore comprensione degli effetti del trattamento...
Conseguenze sulla salute della rimozione del timo negli adulti
La funzione del timo negli adulti umani non è ben definita e la rimozione di routine del timo viene eseguita...
Associazione tra uso materno di benzodiazepine o Z-ipnotici all'inizio della gravidanza e rischio di natimortalità, parto pretermine e bambini piccoli per l'età gestazionale
Le benzodiazepine e gli ipnotici Z sono comunemente prescritti per l'ansia e l'insonnia durante la gravidanza, ma le evidenze relative...
Risposta immunitaria dopo xenotrapianto di rene da maiale a uomo: studio di fenotipizzazione multimodale
Le incompatibilità immunologiche tra specie diverse hanno ostacolato gli xenotrapianti da maiale a uomo, ma l’ingegneria del genoma suino ha...