Stimolazione ventricolare programmata invasiva precoce dopo ablazione della tachicardia ventricolare per predire il rischio di recidiva tardiva


Uno studio ha valutato la capacità di una stimolazione programmata non-invasiva ( NIPS ) dopo ablazione della tachicardia ventricolare e di identificare i pazienti ad alto rischio di recidiva.

Lo studio ha riguardato 200 pazienti consecutivi con tachicardia ventricolare e cardiopatia strutturale, sottoposti ad ablazione.
Undici pazienti presentavano un tachicardia ventricolare clinica inducibile al termine della ablazione, e 11 pazienti hanno presentato recidiva spontanea di tachicardia ventricolare.

Dei rimanenti 178 pazienti, 132 sono stati sottoposti a stimolazione programmata non-invasiva mediante defibrillatore cardioverter impiantabile in media 3.1 giorni dopo l'ablazione.

A due diverse lunghezze di ciclo, è stato determinato il periodo refrattario con singolo, doppio e triplo extrastimolo dal ventricolo destro.

La tachicardia ventricolare clinica è stata definita mettendo a confronto elettrocardiogrammi ( ECG ) a 12 derivazioni e con gli elettrogrammi memorizzati dal defibrillatore cardioverter impiantabile.

I pazienti sono stati seguiti per 1 anno.

Un totale di 59 pazienti ( 44.7% ) non avevano tachicardia ventricolare inducibile alla stimolazione programmata non-invasiva; 49 ( 37.1% ) presentavano solo tachicardia ventricolare non-clinica, e in 24 ( 18.2% ) avevano tachicardia ventricolare clinica inducibile.

I pazienti con tachicardia ventricolare clinica inducibile alla stimolazione programmata non-invasiva hanno presentato una ridotta sopravvivenza a 1 anno libera da tachicardia ventricolare rispetto a quelli in cui l’aritmia clinica non era inducibile ( inferiore a 30% vs superiore a 80%, p=0.001 ), comprendendo anche coloro ( 33% ) con storm aritmico.

I pazienti con solo tachicardia ventricolare non-clinica inducibile avevano una percentuale di sopravvivenza libera da tachicardia ventricolare a 1 anno intermedia tra le atre due tipologie ( 65% ).

Dallo studio è emerso che quando i pazienti con tachicardia ventricolare e cardiopatia strutturale non presentano tachicardia ventricolare inducibile o hanno solo una tachicardia ventricolare non-clinica inducibile al termine della ablazione o la loro condizione è troppo instabile per sottoporsi a stimolazione programmata non-invasiva finale, una NIPS dovrebbe essere considerata nei giorni seguenti per definire ulteriormente il rischio di recidiva.
Se la tachicardia ventricolare clinica è inducibile, dovrebbe essere presa in considerazione l’ipotesi di ripetere l’ablazione in quanto il rischio di recidiva nel corso dell'anno successivo è alto. ( Xagena2012 )

Frankel DS et al, J Am Coll Cardiol 2012; 59: 1529-1535

Cardio2012



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