Soliris a base di Eculizumab nel trattamento di emoglobinuria parossistica notturna, sindrome emolitico-uremica atipica, miastenia gravis e disturbo dello spettro della neuromielite ottica


Soliris è un medicinale usato negli adulti e nei bambini per il trattamento dell’emoglobinuria parossistica notturna ( EPN ) e della sindrome emolitico uremica atipica ( SEUa ).
Si tratta di malattie genetiche potenzialmente letali che provocano la distruzione dei globuli rossi, dando origine a varie complicazioni mediche. Le conseguenze dell’EPN sono anemia, trombosi, pancitopenia, e urine scure, mentre le conseguenze della SEUa sono anemia, trombocitopenia e insufficienza renale.
Soliris è usato per il trattamento degli adulti affetti da miastenia gravis ( una malattia in cui il sistema immunitario attacca e danneggia le cellule muscolari causando debolezza muscolare ) qualora altri medicinali non abbiano effetto e nell’organismo sia presente un anticorpo specifico denominato anti-AChR.

Soliris è anche utilizzato per il trattamento di adulti affetti da disturbo dello spettro della neuromielite ottica ( NMOSD ), una malattia in cui il sistema immunitario danneggia le cellule nervose causando problemi principalmente al nervo ottico al midollo spinale. È utilizzato nei pazienti che presentano un anticorpo chiamato AQP4 e con decorso recidivante della malattia ( dove il paziente alterna attacchi [ recidive ] a periodi senza sintomi ).
Soliris contiene il principio attivo Eculizumab.

Il medicinale può essere ottenuto soltanto con prescrizione medica e deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico esperto nel trattamento di pazienti con disturbi renali e disturbi a carico del sistema nervoso o del sangue.

Soliris viene somministrato in infusione endovenosa; la dose consigliata dipende dallo scopo per cui è usato e, per i pazienti di età inferiore a 18 anni, dal peso corporeo.
Soliris è inizialmente somministrato ogni settimana e successivamente ogni due o tre settimane.
Durante l’infusione e per almeno un’ora al termine della stessa i pazienti sono sottoposti a monitoraggio per verificare la comparsa di eventuali reazioni.
In caso di reazioni correlate all’infusione, il medico può rallentarla o interromperla.
Per alcuni pazienti sottoposti a scambio plasmatico ( asportazione, trattamento e restituzione del plasma sanguigno del paziente stesso ) o infusione di plasma sono necessarie dosi supplementari di Soliris.
Soliris deve essere somministrato a vita, a meno che il paziente non manifesti effetti indesiderati gravi.

Il principio attivo contenuto in Soliris, Eculizumab, è un anticorpo monoclonale in grado di legarsi alla proteina C5 del complemento, che fa parte del sistema di difesa dell’organismo denominato sistema del complemento.
Nei pazienti affetti da EPN, SEUa, miastenia gravis e NMOSD, le proteine del complemento sono sovraattivate e danneggiano le cellule di questi soggetti. Bloccando la proteina C5 del complemento, Eculizumab impedisce alle proteine del complemento di danneggiare le cellule, alleviando pertanto i sintomi di tali malattie.

Studi su emoglobinuria parossistica notturna

Per quanto riguarda l’emoglobinuria parossistica notturna, Soliris è stato messo a confronto con un placebo in uno studio principale condotto su 87 adulti affetti dalla malattia e sottoposti ad almeno 4 trasfusioni di sangue per anemia nell’anno precedente. I principali parametri dell’efficacia erano l’effetto di Soliris sul livello di emoglobina nel sangue e la necessità di trasfusioni. Nei pazienti affetti da EPN, la distruzione dei globuli rossi comporta una riduzione dei livelli di emoglobina. Il trattamento con Soliris per un periodo di 26 settimane ha portato a livelli di emoglobina stabili nel 49% dei pazienti ( 21 su 43 ), senza necessità di trasfusioni di globuli rossi. In confronto, nessuno dei 44 pazienti che hanno assunto placebo ha mostrato livelli di emoglobina stabili; inoltre, questi soggetti hanno avuto bisogno, in media, di 10 trasfusioni.

In uno studio condotto su 7 bambini affetti da EPN, che avevano ricevuto almeno una trasfusione nei 2 anni precedenti, Soliris è stato somministrato a tutti i pazienti. 6 pazienti su 7 non hanno necessitato di trasfusioni di globuli rossi e i livelli di emoglobina sono migliorati durante le 12 settimane di trattamento con Soliris.

Uno studio osservazionale realizzato su pazienti affetti da EPN che non avevano mai avuto una trasfusione di sangue ha esaminato i livelli sierici dell’enzima lattato deidrogenasi ( LDH ). I livelli di LDH sono maggiori con l’aumento della distruzione dei globuli rossi. Lo studio ha rilevato che il trattamento con Soliris per 6 mesi ha portato a riduzioni clinicamente significative dei livelli di LDH, ad indicare una minore distruzione dei globuli rossi.

Studi su sindrome emolitico-uremica atipica

Per quanto riguarda la sindrome emolitico-uremica atipica, Soliris è stato esaminato in tre studi principali su 67 pazienti. Il primo è stato condotto su 17 pazienti affetti da SEUa che non rispondevano a scambio plasmatico o infusione oppure non potevano essere sottoposti a questi trattamenti.
In seguito al trattamento con Soliris, la conta delle piastrine è aumentata nell’82% dei pazienti ed è salita a livelli normali nell’87% dei pazienti ( 13 pazienti su 15 ) che avevano inizialmente una conta delle piastrine bassa. Inoltre, il 76% ha raggiunto la normalizzazione ematologica ( livelli delle piastrine e LDH entro valori normali ).

Il secondo studio, condotto su 20 pazienti affetti da SEUa che ricevevano già scambio plasmatico o infusioni, ha rivelato che, dopo il trattamento con Soliris, l’80% dei pazienti non aveva più bisogno di scambi plasmatici, infusioni o dialisi e il 90% dei pazienti ha raggiunto la normalizzazione ematologica.

Il terzo studio è stato condotto su 30 pazienti affetti da SEUa che avevano ricevuto almeno una dose di Soliris. In seguito al trattamento, la conta delle piastrine è aumentata fino a raggiungere livelli normali nell’83% dei pazienti, mentre è salita a livelli normali nel 77% dei pazienti ( 10 pazienti su 13 ) che avevano inizialmente una conta delle piastrine bassa.

Studi su miastenia gravis

Per la miastenia gravis, Soliris è stato messo a confronto con un placebo in uno studio principale condotto su 126 adulti affetti dalla malattia ai quali era stato precedentemente somministrato un trattamento standard che non aveva prodotto effetti positivi. Il trattamento con Soliris ha migliorato, in base a un punteggio standard, i sintomi dei pazienti e la loro capacità di intraprendere attività quotidiane. Soliris ha prodotto una riduzione di 4.7 punti nella scala mentre il placebo ha prodotto una riduzione di 2.8 punti dopo 26 settimane. Una riduzione del punteggio di 2 punti indicava un miglioramento clinicamente significativo della condizione del paziente.

Studi su disturbo dello spettro della neuromielite ottica

Per quanto riguarda il disturbo dello spettro della neuromielite ottica, è stato condotto uno studio principale di Soliris controllato verso placebo su 143 adulti con NMOSD recidivante. Il principale parametro dell’efficacia era il tempo trascorso prima che un certo numero di pazienti manifestasse una ricaduta. Dopo circa 22 mesi in media, il 3% dei pazienti trattati con Soliris aveva avuto una ricaduta, mentre il 43% dei pazienti che avevano ricevuto placebo aveva manifestato una ricaduta dopo circa 9 mesi in media.

Rischi associati a Soliris

L’effetto indesiderato più comune di Soliris ( che può riguardare più di 1 persona su 10 ) è la cefalea.
L’effetto indesiderato più grave, che può riguardare fino a 1 persona su 100 è la sepsi meningococcica ( quando i batteri e le loro tossine circolano nel sangue e danneggiano gli organi ).

A causa del maggior rischio di sviluppare sepsi meningococcica, Soliris non deve essere somministrato a soggetti con infezione da Neisseria meningitidis; inoltre, non deve essere somministrato a pazienti che non sono stati vaccinati contro questo batterio, a meno che non vengano vaccinati e assumano antibiotici idonei a ridurre il rischio di infezione per 2 settimane dalla vaccinazione.


In conclusione, Soliris ha mostrato di apportare benefici ai pazienti affetti da queste malattie rare. Il profilo di sicurezza era simile per tutte le malattie ed è stato considerato accettabile.
L’Agenzia europea per i medicinali, EMA, ha deciso che i benefici di Soliris sono superiori ai rischi. ( Xagena2019 )

Fonte: EMA, 2019

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