Erlotinib versus osservazione nei pazienti senza segni di progressione della malattia dopo la terapia di prima linea a base di Platino per il carcinoma ovarico


Uno studio ha valutato l’efficacia della terapia di mantenimento con Erlotinib ( Tarceva ), un inibitore tirosinchinasico del recettore del fattore di crescita dell’epidermide ( EGFR ), dopo chemioterapia di prima linea.

Le pazienti eleggibili avevano tumore epiteliale all’ovaio, tumore primario peritoneale o delle tube ad alto rischio di stadio I secondo la classificazione FIGO ( International Federation of Gynecology and Obstetrics ) o di stadio da II a IV, e non erano state selezionate per l’espressione di EGFR.

Tutte le pazienti erano state sottoposte a chemioterapia di prima linea a base di Platino e non mostravano segni di progressione al termine della chemioterapia.

Le pazienti sono state assegnate in maniera casuale a terapia di mantenimento con Erlotinib 150 mg per via orale al giorno per 2 anni oppure a osservazione.

Su 318 pazienti sono state effettuate analisi di immunoistochimica, ibridazione a fluorescenza in situ ( FISH ) e analisi di mutazione per EGFR.

Nel periodo 2005-2008, la randomizzazione ha interessato 835 pazienti; il follow-up mediano è stato di 51 mesi.

Il 26% delle pazienti ha interrotto il trattamento con Erlotinib a causa di effetti avversi ( di queste, il 67% a causa di rash ).

Per i gruppi Erlotinib e osservazione, rispettivamente, la sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 12.7 e 12.4 mesi ( hazard ratio [ HR ], 1.05 ) e la sopravvivenza generale mediana è stata di 50.8 e 59.1 mesi ( HR, 0.99 ), rispettivamente.

Non è stato possibile identificare un sottogruppo con un effetto migliore di Erlotinib, in base a immunoistochimica o FISH per EGFR, o a mutazioni nei geni legati al pathway di EGFR, o alla presenza di rash durante la terapia con Erlotinib.

Tuttavia, le pazienti con un punteggio positivo nella FISH per EGFR hanno mostrato una peggiore sopravvivenza generale ( 46.1 mesi ) rispetto a quelle con un punteggio negativo ( 67.0 mesi; HR, 1.56; P=0.044 ).

I punteggi globali di qualità di vita hanno mostrato una differenza significativa durante il primo anno ( P=0.0102 ) a favore del braccio osservazionale.

In conclusione, la terapia di mantenimento con Erlotinib dopo trattamento di prima linea nel carcinoma ovarico non migliora la sopravvivenza libera da progressione o la sopravvivenza generale. ( Xagena2014 )

Vergote IB et al, J Clin Oncol 2014; 32: 320-326

Gyne2014 Onco2014 Farma2014


Indietro

Altri articoli

La sovraespressione delle mutazioni della proteina c-Met e del recettore del fattore di crescita epidermico ( EGFR ) può coesistere...



Bevacizumab ( Avastin ) è un candidato promettente per il trattamento combinato con inibitori della tirosin-chinasi del recettore del fattore...


La sindrome di Olmsted è una genodermatosi caratterizzata da cheratoderma palmoplantare ( PPK ) doloroso e mutilante che progredisce dall'infanzia...


Dato il ruolo centrale degli inibitori del recettore del fattore di crescita epidermico ( EGFR ) nel tumore al polmone...


La leiomiomatosi ereditaria con carcinoma a cellule renali ( HLRCC ) è una rara sindrome genetica derivante da mutazioni della...


La resistenza alla monoterapia di prima o seconda generazione con inibitore della tirosin-chinasi di EGFR si sviluppa in quasi la...


La resistenza alla monoterapia con inibitore della tirosin-chinasi ( TKI ) dell'EGFR di prima generazione o di seconda generazione si...


Il doppio blocco delle vie EGFR e VEGF nel carcinoma polmonare metastatico non-a-piccole cellule ( NSCLC ) EGFR-mutato è supportato...


La scelta del trattamento per il carcinoma polmonare a cellule squamose potrebbe essere aiutata identificando i biomarcatori predittivi. E' stato...