Gemcitabina e Oxaliplatino con o senza Erlotinib nel carcinoma avanzato del tratto biliare
La combinazione della chemioterapia con Gemcitabina ( Gemzar ) e un agente contenente Platino è attualmente il trattamento standard per il tumore avanzato del tratto biliare.
I risultati di studi di fase 2 con singolo agente ( Erlotinib [ Tarceva ] ) in pazienti con carcinoma del tratto biliare e di Gemcitabina associata a Erlotinib in quelli con cancro pancreatico hanno mostrato benefici modesti.
È stato condotto uno studio per valutare l'efficacia di Gemcitabina e Oxaliplatino ( Eloxatin ) in associazione a Erlotinib, rispetto alla sola chemioterapia, per il carcinoma avanzato del tratto biliare.
Nello studio in aperto, randomizzato e di fase 3, pazienti con cancro metastatico del tratto biliare ( colangiocarcinoma, cancro della cistifellea o dell'ampolla di Vater ) sono stati assegnati in maniera casuale, e in un rapporto 1:1, a ricevere un trattamento di prima linea con sola chemioterapia ( Gemcitabina 1000 mg/m2 al giorno 1 e Oxaliplatino 100 mg/m2 al giorno 2 ) oppure chemioterapia associata a Erlotinib ( 100 mg/die ).
Il trattamento è stato ripetuto ogni 2 settimane fino alla progressione della malattia o alla manifestazione di effetti tossici inaccettabili.
La randomizzazione è stata effettuata con stratificazione per Centro partecipante e presenza di lesioni misurabili.
L’endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione e le analisi sono state condotte per intention-to-treat.
Nello studio, 133 pazienti sono stati assegnati a sola chemioterapia e 135 a chemioterapia più Erlotinib.
I gruppi sono risultati bilanciati, ad eccezione di una più alta proporzione di pazienti con colangiocarcinoma nel gruppo trattato con Erlotinib che in quello trattato con la sola chemioterapia ( 96 pazienti [ 71% ] vs 84 pazienti [ 63% ] ).
La sopravvivenza mediana libera da progressione è stata pari a 4.2 mesi nel gruppo solo chemioterapia e di 5.8 mesi in quello con Erlotinib ( hazard ratio, HR=0.80; p=0.087 ).
Un numero significativamente maggiore di pazienti nel gruppo chemioterapia più Erlotinib ha mostrato risposta oggettiva, rispetto ai pazienti che hanno ricevuto solo chemioterapia ( 40 vs 21; p=0.005 ), ma la sopravvivenza generale mediana è risultata la stessa in entrambi i gruppi ( 9.5 mesi con chemioterapia e 9.5 mesi con chemioterapia più Erlotinib; HR=0.93; p=0.611 ).
Decessi per qualunque causa entro 30 giorni dall'assegnazione del trattamento si sono verificati in 1 paziente ( 1% ) nel gruppo solo chemioterapia e in 4 ( 3% ) nel gruppo chemioterapia più Erlotinib.
L'evento avverso di grado 3-4 più comune è stata la neutropenia febbrile ( 8 pazienti [ 6% ] nel gruppo solo chemioterapia e 6 [ 4%] in quello a chemioterapia più Erlotinib ).
Nessun paziente è deceduto durante lo studio per cause legate al trattamento.
L’analisi di sottogruppo, per sito primario della malattia, ha indicato che nei pazienti con colangiocarcinoma l'aggiunta di Erlotinib alla chemioterapia ha prolungato in modo significativo la sopravvivenza mediana libera da progressione ( 5.9 mesi nel gruppo chemioterapia più Erlotinib vs 3.0 mesi nel gruppo solo chemioterapia; HR=0.73; p=0.049 ).
In conclusione, benché non sia stata notata una differenza significativa nella sopravvivenza libera da progressione tra i due gruppi, l'aggiunta di Erlotinib alla chemioterapia con Gemcitabina e Oxaliplatino ha mostrato attività antitumorale e può rappresentare un'opzione di trattamento nei pazienti con colangiocarcinoma. ( Xagena2012 )
Lee J et al, Lancet Oncol 2012;13: 181-188
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