Identificazione dei pazienti con leucemia mieloblastica acuta che traggono beneficio dall’aggiunta di Gemtuzumab ozogamicina


La chemioterapia con anticorpi per la leucemia mieloplastica acuta ( anche nota come leucemia mieloide acuta ) potrebbe permettere una somministrazione maggiore di trattamento senza aumento della tossicità.

Gemtuzumab ozogamicina ( Mylotarg ) è un immunoconiugato tra CD33 e calicheamicina, che viene internalizzato quando si lega all’epitopo.

In precedenza, era stato stabilito che è possibile associare Gemtuzumab ozogamicina con la chemioterapia tradizionale e in seguito è stato condotto un ampio studio randomizzato per valutare l’aggiunta di Gemtuzumab ozogamicina a chemioterapia di induzione e/o consolidamento in giovani pazienti non ancora trattati.

In questo studio in aperto, 1.113 pazienti, per la maggior parte di età inferiore a 60 anni, sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere una dose singola di Gemtuzumab ozogamicina ( 3 mg/m2 ) al giorno 1 del ciclo di induzione 1, con uno dei 3 seguenti schemi di induzione: Daunorubicina e Citarabina; Citarabina, Daunorubicina ed Etoposide; o Fludarabina, Citarabina, G-CSF ( fattore stimolante le colonie di granulociti ) e Idarubicina.

Nella remissione, 948 pazienti sono stati assegnati in maniera casuale a Gemtuzumab ozogamicina nel ciclo 3 in combinazione con Amsacrina, Citarabina ed Etoposide o alta dose di Citarabina.

Gli end point primari erano il tasso di risposta e la sopravvivenza.

L’aggiunta di Gemtuzumab ozogamicina è risultata ben tollerata senza aumento significativo della tossicità.

Non è stata osservata differenza generale nella risposta o nella sopravvivenza nei trattamenti di induzione del consolidamento.

Tuttavia, un’analisi predefinita in base alla citogenetica ha mostrato un’interazione altamente significativa con il trattamento di induzione con Gemtuzumab ozogamicina ( P=0.001 ), con significativo beneficio di sopravvivenza per i pazienti con caratteristiche citogenetiche favorevoli, nessun beneficio per i pazienti con malattia a basso rischio e una tendenza verso il beneficio nei pazienti a rischio intermedio.

Un indice prognostico validato internamente ha identificato circa il 70% dei pazienti con un beneficio predetto del 10% nella sopravvivenza a 5 anni.

In conclusione, una proporzione sostanziale di giovani pazienti con leucemia mieloblastica acuta ha mostrato un miglioramento nella sopravvivenza con l’aggiunta di Gemtuzumab ozogamicina alla chemioterapia di induzione con poca tossicità aggiuntiva. ( Xagena2011 )

Burnett AK et al, J Clin Oncol 2011; 29: 369-377


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