Infliximab approvato dall'Emea per ila malattia di Crohn pediatrica


La Commissione Europea ( EU ) ha approvato l’estensione d’uso per Infliximab ( Remicade ): il trattamento delle forme gravi e in fase attiva della malattia di Crohn nei pazienti di età compresa tra 6 e 17 anni che non abbiano risposto positivamente alla terapia convenzionale, comprendente, oltre a una terapia nutrizionale, un corticosteroide e un immunomodulatore, o che abbiano manifestato intolleranze verso tali terapie o in cui queste siano controindicate.

L’impiego di Infliximab nella malattia di Crohn è stato studiato soltanto in associazione alla terapia immunosoppressiva convenzionale. Questa approvazione fa seguito al parere positivo espresso lo scorso marzo dal Committe for Medicinal Products for Human Use ( CHMP ) dell’Agenzia europea per i Medicinali ( EMEA ).

Infliximab è il primo farmaco biologico approvato nell’Unione Europea per il trattamento della malattia di Crohn in età mediatrica.
La malattia di Crohn è una patologia debilitante che si associa a infiammazione del tratto gastrointestinale e che, tipicamente, si manifesta con segni e sintomi quali diarrea, febbre, dolore addominale, calo ponderale e, in taluni casi, ritardo di sviluppo e rallentamento della crescita.

Nel maggio 2006, l’FDA ( Food and Drug Administration ) statunitense aveva approvato Infliximab per i pazienti in età pediatrica con malattia di Crohn da moderata a grave che avevano presentato una risposta inadeguata alla terapia convenzionale.
Nel 1998 Infliximab era stato approvato negli Stati Uniti per la malattia di Crohn nell’adulto e in seguito, nel 2005, per la terapia della colite ulcerosa sempre nell’adulto.

L’efficacia e la tollerabilità di Infliximab in tutte le sue indicazioni sono state stabilite in studi clinici condotti negli ultimi 14 anni e dall’esperienza clinica dopo la sua immissione in commercio, su circa 925.000 pazienti trattati in tutto il mondo e per tutte le indicazioni approvate.

Lo schema posologico di Infliximab nell’impiego pediatrico è il seguente: 5 mg/kg di Infliximab per infusione endovenosa della durata di 2 ore, seguita dalla somministrazione di ulteriori dosi di 5 mg/kg, sempre per via infusionale, a distanza di 2 e 6 settimane dalla prima infusione e, successivamente, ogni 8 settimane.
Per il mantenimento dell’effetto clinico, in alcuni casi, potrebbero essere necessari intervalli inferiori tra le somministrazioni; in altri casi, invece, potrebbero essere sufficienti intervalli maggiori. In base ai dati disponibili, non si può individuare l’opportunità di proseguire il trattamento con Infliximab nei pazienti pediatrici che non abbiano presentato una risposta positiva durante le prime 10 settimane di terapia.

L’approvazione dell’EMEA si basa sui dati relativi allo studio di fase III REACH ( Randomized, Multicenter, Open-label Study to Evaluate the Safety and Efficacy of Anti-TNF Monoclonal Antibody infliximab in Pediatric Subjects with Moderate to Severe Crohn’s Disease ).
Nello studio REACH 112 pazienti ( di età compresa tra 6 e 17 anni, tutti sottoposti a terapia con 6-Mercaptopurina, Azatioprina o Metotrexato, nel 35% a corticosteroidi ) con malattia di Crohn da moderata a grave in fase attiva [ valore mediano del Paediatric Crohn's Disease Activity Index ( PCDAI ) pari a 40 ] e con risposta inadeguata alle terapie convenzionali sono stati trattati con Infliximab alla dose di 5 mg/kg alle settimane 0, 2 e 6.
I pazienti nei quali, alla settimana 10, è stata riscontrata una risposta clinica, sono stati randomizzati alla somministrazione di 5 mg/kg di Infliximab, ogni 8 e 12 settimane rispettivamente, come regime di mantenimento.
Ai pazienti che durante la fase di mantenimento non hanno mostrato una favorevole risposta clinica, potevano essere somministrate dosi più elevate o più frequenti di Infliximab.

La percentuale di soggetti che alla settimana 10 hanno presentato una risposta clinica favorevole è stata dell’88.4%. La percentuale di coloro che alla settimana 10 avevano raggiunto la remissione clinica è stata del 58.9%. Alla settimana 30 la percentuale di soggetti in remissione clinica è stata maggiore nel gruppo di mantenimento trattato ogni 8 settimane ( 59.6% ) rispetto a quello trattato ogni 12 settimane ( 35.3%; p=0,013 ). Alla settimana 54, la percentuale di soggetti in remissione clinica è stata del 55.8% e del 23.5%, rispettivamente, nei gruppi di mantenimento trattati ogni 8 e ogni 12 settimane ( p
In 32 pazienti in età pediatrica valutabili ( 9 appartenenti al gruppo di mantenimento trattato ogni 8 settimane e 23 appartenenti al gruppo trattato ogni 12 settimane ) la risposta clinica è venuta meno, con conseguente necessità di somministrare Infliximab a dosi maggiori o con maggior frequenza; 24 di questi 32 pazienti ( 75% ) hanno ripresentato una risposta clinica.
Dei 22 soggetti con fistole al momento dell’inizio dello studio, il 63.6 per cento, il 59.1% e il 68.2% hanno manifestato una risposta completa, per questa complicanza, rispettivamente alle settimane 10, 30 e 54, nei gruppi combinati di mantenimento, sottoposti a somministrazione ogni 8 e ogni 12 settimane.
Inoltre, sono stati osservati miglioramenti statisticamente e clinicamente significativi nella qualità di vita e nell’accrescimento staturale, nonché una significativa riduzione della necessità di somministrare corticosteroidi.

Nello studio REACH sono stati rilevati con maggior frequenza rispetto ad una popolazione adulta affetta da malattia di Crohn i seguenti effetti indesiderati: anemia ( 10.7% ), sangue nelle feci ( 9.7% ), leucopenia ( 8.7% ), rossore cutaneo ( 8.7% ), infezioni virali ( 7.8% ), neutropenia ( 6.8% ), fratture ossee ( 6.8% ), infezioni batteriche ( 5.8% ) e reazioni allergiche a carico delle vie respiratorie ( 5.8% ). ( Xagena2007 ) Fonte: Schering-Plough, 2007


Farma2007 Gastro2007 Pedia2007


Indietro

Altri articoli

La disregolazione immunitaria contribuisce a esiti peggiori nella malattia da coronavirus COVID-19. Si è valutato se Abatacept ( Orencia ),...


Etrolizumab è un anticorpo monoclonale anti-integrina beta-7 mirato all'intestino. In un precedente studio di induzione di fase 2, Etrolizumab ha...


L'EMA ( European Medicines Agency ) ha raccomandato agli operatori sanitari di posticipare l'impiego dei vaccini vivi nei neonati che...


Infliximab ( Remicade, Flixabi, Inflectra, Remsima e Zessly ) è un anticorpo monoclonale umano-murino chimerico dell'immunoglobulina G1 ( IgG1 ) che...


L'infiammazione disregolata è associata a esiti sfavorevoli nel COVID-19. È stata valutata l'efficacia di Namilumab ( un inibitore del fattore...


Sebbene l'immunoglobulina per via endovenosa ( IVIG ) sia una terapia efficace per la malattia di Kawasaki, il 10-20% dei...


Lo studio LIR!C ha dimostrato che la resezione ileocecale laparoscopica è un trattamento economico che porta a esiti di qualità...


Gli inibitori del fattore di necrosi tumorale ( TNF ) sono efficaci nella riduzione dell'infiammazione nelle malattie reumatiche, ma aumentano...


I dati su Adalimumab ( Humira ) nella colite ulcerosa dopo un precedente uso di Infliximab ( Remicade ) sono...


Una meta-analisi ha mostrato che gli anticorpi anti-Infliximab sono responsabili di un rischio molto più elevato di reazioni infusionali acute...