Il Raloxifene non riduce l’incidenza di eventi coronarici nelle donne in postmenopausa con malattia coronarica o a rischio
Il Raloxifene ( Evista ) è un modulatore selettivo non steroideo del recettore dell’estrogeno ( SERM ) che si lega al recettore degli estrogeni con effetto estrogeno-agonista in alcuni tessuti ed antagonista in altri.
La terapia con Raloxifene è stata associata a miglioramento dei livelli di colesterolo, fibrinogeno ed omocisteina.
Gli effetti favorevoli del Raloxifene sui marker di rischio cardiovascolare ha fatto ipotizzare che il farmaco fosse in grado di ridurre il rischio di malattia coronarica.
E’ stato, quindi, disegnato lo studio RUTH ( Raloxifene Use for the Heart ) nelle donne in postmenopausa.
Lo studio RUTH ha preso avvio nel 1998.
Negli anni seguenti, lo studio HERS ( Heart and Estrogen/Progestin Replacement Study ) e gli studi WHI ( Women’s Health Initiative ) non hanno mostrato nessuna riduzione del rischio di malattia coronarica dopo trattamento con estrogeno, e con estrogeno associato a progestinico.
Un’analisi secondaria dello studio MORE ( Multiple Outcome of Raloxifene Evaluation ) non ha mostrato alcun effetto significativo del Raloxifene sugli eventi cardiovascolari, anche se ha ridotto il rischio tra le donne che presentavano un aumentato rischio di eventi cardiovascolari.
Lo studio RUTH ha valutato il rischio ed il beneficio del trattamento con Raloxifene nelle donne con malattia coronarica o ad aumentato rischio di malattia.
Inoltre, lo studio RUTH ha esaminato l’effetto del Raloxifene sull’incidenza del tumore alla mammella invasivo.
Tra il 1998 ed il 2000, 10.101 donne in postmenopausa sono state assegnate in modo random al trattamento con Raloxifene ( 60mg/die ) o a placebo.
Sono state arruolate donne che avevano un età uguale o superiore ai 55 anni ed erano in postmenopausa da 1 anno o più, e presentavano coronaropatia o erano ad alto rischio di eventi coronarici.
Tra i criteri di esclusione: infarto miocardico, bypass coronarico o un intervento coronarico percutaneo 3 mesi prima della randomizzazione.
Sono state escluse anche le donne in classe NYHA III o IV.
E’ stato osservato che il trattamento con Raloxifene nell’arco di 5.6 anni non ha esercitato una significativa influenza sul rischio di eventi coronarici.
Il trattamento con Raloxifene ha ridotto il rischio di carcinoma mammario invasivo e di fratture delle vertebre, mentre ha aumentato il rischio di eventi tromboembolici venosi ed ictus fatale.
Gli Autori dello studio sono rimasti sorpresi dal mancato effetto del Raloxifene sul rischio cardiovascolare.
La percentuale di eventi coronarici è risultata più bassa di quanto atteso; ciò potrebbe essere dovuto all’ampio uso di farmaci cardioprotettivi tra i pazienti.
Le donne trattate con Raloxifene hanno presentato una riduzione del 55% del rischio di tumore alla mammella invasivo, positivo per il recettore dell’estrogeno ( ER+ ) rispetto alle donne trattate con il placebo.
Il Raloxifene non ha, invece, ridotto il rischio di carcinoma mammario invasivo negativo per il recettore dell’estrogeno ( ER- ).
Il Raloxifene è risultato associato ad un aumento del 49% nell’incidenza di ictus fatale.
Inoltre, il Raloxifene ha aumentato il rischio di eventi tromboembolici venosi.
I Ricercatori dello studio RUTH hanno concluso che nelle donne in postmenopausa con coronaropatia o ad aumentato rischio di malattia coronarica, il Raloxifene non modifica l’incidenza di eventi coronarici. ( Xagena2006 )
Fonte: The New England Journal of Medicine, 2006
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