Predittori di outcome nell’emorragia intracerebrale associata a Warfarin
L’emorragia intracerebrale associata a terapia con Warfarin ( Coumadin ) sta diventando più comune in seguito all’aumento dell’uso di questo tipo di trattamento nella popolazione anziana.
Scopo dello studio retrospettivo condotto da Ricercatori della Mayo Clinic di Rochester negli Stati Uniti, è stato quello di delineare i fattori associati alla mortalità precoce, di determinare le variabili responsabili per l’esito funzionale non-favorevole e di valutare le possibili ragioni dell’espansione dell’emorragia e dell’edema parenchimale associato.
Sono state valutate le informazioni cliniche e radiologiche di 88 pazienti con emorragia intracerebrale associata a Warfarin.
Al momento della presentazione, i pazienti arruolati nello studio avevano un INR ( International Normalized Ratio ) di 1.5 o superiore.
Le variabili di outcome includevano: mortalità a 7 giorni, allargamento dell’ematoma ed esito funzionale in base al punteggio della Scala di Rankin modificata.
La mortalità a 7 giorni ( 39.8% ) è risultata associata a un più basso punteggio complessivo alla scala Glasgow Coma Score ( GCS ), e a un maggiore volume di emorragia intracerebrale alla presentazione.
L’analisi univariata ha rivelato che un più basso punteggio complessivo alla scala GCS, un maggiore volume iniziale di emorragia intracerebrale, una più alta concentrazione massima di glucosio in fase iniziale e dopo 48 ore, e una maggiore percentuale di espansione dell’emorragia intracerebrale sono risultati significativamente associati a un esito funzionale non-favorevole al momento della dimissione dall’ospedale.
Dopo analisi multivariata solo un più basso punteggio complessivo alla scala di Glasgow e un maggiore volume iniziale di emorragia intracerebrale sono rimasti significativamente associati all’esito funzionale misurato al momento delle dimissioni e all’ultima visita di follow-up.
Al contrario, il valore di INR alla presentazione, il tempo necessario per correggere l’INR, la pressione sanguigna iniziale e l’allargamento dell’edema non sono risultati associati all’esito funzionale alla dimissione o all’ultimo controllo di follow-up.
Non è stata osservata alcuna correlazione tra l’aumento dell’emorragia intracerebrale o l’edema parenchimale e la glicemia al momento dell’ammissione in ospedale o nelle prime 48 ore.
In conclusione, un più basso livello di stato di coscienza alla presentazione e un maggiore volume iniziale di emorragia intracerebrale sono risultati essere predittori di una prognosi non-favorevole nei pazienti con emorragia intracerebrale associata a Warfarin.
In questo studio di popolazione il valore di INR alla presentazione non era associato all’esito funzionale. ( Xagena2008 )
Zubkov AY et al, Arch Neurol 2008; 65:1320-1325
Neuro2008 Farma2008
Indietro
Altri articoli
Anticoagulanti orali diretti rispetto al Warfarin nell'intero spettro della funzione renale: meta-analisi da COMBINE AF
Vi è incertezza sull’uso degli anticoagulanti orali diretti ( DOAC ) nei pazienti con disfunzione renale. Utilizzando il database COMBINE AF...
Apixaban oppure Warfarin nei pazienti con valvola aortica meccanica On-X
Gli antagonisti della vitamina K sono gli unici anticoagulanti orali approvati per prevenire la trombosi valvolare e il tromboembolismo correlato...
Efficacia comparativa e sicurezza degli anticoagulanti orali diretti e di Warfarin nei pazienti con fibrillazione atriale e malattia epatica cronica
Il profilo beneficio-rischio degli anticoagulanti orali diretti ( DOAC ) rispetto al Warfarin e tra gli anticoagulanti orali diretti nei...
Apixaban confrontato con Warfarin per prevenire la trombosi nella sindrome trombotica antifosfolipidica
La sindrome da anticorpi antifosfolipidi trombotica ( TAPS ) è caratterizzata da trombosi venosa, arteriosa o microvascolare. I pazienti con...
Apixaban o Warfarin e Aspirina o placebo dopo sindrome coronarica acuta o intervento coronarico percutaneo nei pazienti con fibrillazione atriale e precedente ictus: analisi post hoc dello studio AUGUSTUS
I dati sono limitati per quanto riguarda il rischio di eventi ischemici cerebrovascolari e sanguinamento maggiore nei pazienti con fibrillazione...
Rischio di sanguinamento post-polipectomia durante colonscopia e di tromboembolismo con Warfarin e anticoagulanti orali diretti: un'analisi basata sulla popolazione
I dati sul rischio di sanguinamento post-polipectomia ( PPB ) nei pazienti trattati con anticoagulanti orali diretti ( DOAC )...
Esiti a 4 anni dopo la chiusura dell'auricola sinistra rispetto all'anticoagulazione orale non-Warfarin per la fibrillazione atriale
Lo studio PRAGUE-17 ( Left Atrial Appendage Closure vs Novel Anticoagulation Agents in Atrial Fibrillation ) ha dimostrato che la...
Anticoagulanti orali diretti versus Warfarin nei pazienti con fibrillazione atriale
Gli anticoagulanti orali diretti ( DOAC ) sono preferiti rispetto al Warfarin ( Coumadin ) per la prevenzione dell'ictus nella...
Fragilità ed esiti clinici degli anticoagulanti orali diretti rispetto al Warfarin negli anziani con fibrillazione atriale
Il ruolo dei diversi livelli di fragilità nella scelta degli anticoagulanti orali per gli anziani con fibrillazione atriale non è...
Apixaban versus Warfarin nei pazienti con fibrillazione atriale e malattia renale cronica avanzata
Rispetto alla popolazione generale, i pazienti con malattia renale cronica avanzata hanno un carico di fibrillazione atriale di 10 volte...