Xgeva: effetti indesiderati
La sicurezza di Xgeva ( Denosumab 120 mg ) è stata valutata su 5.931 pazienti con tumori in stadio avanzato con interessamento dell’osso, che hanno preso parte a studi clinici con controllo attivo che hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di Xgeva rispetto all’Acido Zoledronico ( Zometa ) nella prevenzione degli eventi correlati all’apparato scheletrico.
Per la classificazione delle reazioni avverse riportate in tre studi clinici di fase III ed uno di fase II, è stata utilizzata la seguente convenzione: molto comune ( maggiore o uguale a 1/10 ), comune ( maggiore o uguale a 1/100, minore di 1/10 ), non-comune ( maggiore o uguale a 1/1.000, minore di 1/100 ), raro ( maggiore o uguale a 1/10.000, minore di 1/1.000 ) e molto raro ( minore di 1/10.000 ). All’interno di ciascuna classe di frequenza e classificazione per sistemi ed organi, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Reazioni avverse associate a Denosumab: Infezioni ed infestazioni, Non-comune: cellulite; Disturbi del sistema immunitario, Non-comune: ipersensibilità al farmaco; Disturbi del metabolismo e della nutrizione, Comune: ipocalcemia, ipofosfatemia; Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche, Molto comune: dispnea; Disturbi gastrointestinali, Molto Comune: diarrea, Comune: estrazione dentale; Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo, Comune: iperidrosi; Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo, Comune: osteonecrosi della mandibola.
Descrizione di reazioni avverse selezionate
Ipocalcemia
In tre studi clinici di fase III con controllo attivo, in pazienti con tumori in stadio avanzato con interessamento osseo, è stata riportata l’ipocalcemia nel 9.6% dei pazienti trattati con Xgeva e nel 5.0% dei pazienti trattati con Acido Zoledronico.
Una diminuzione di grado 3 nei livelli sierici del calcio è stata rilevata nel 2.5% dei pazienti trattati con Xgeva e nell’1.2% dei pazienti trattati con Acido Zoledronico. Una diminuzione di grado 4 nei livelli sierici del calcio è stata rilevata nello 0.6% dei pazienti trattati con Xgeva e nello 0.2% dei pazienti trattati con Acido Zoledronico.
Osteonecrosi della mandibola
In tre studi clinici di fase III con controllo attivo, in pazienti con tumori in stadio avanzato con interessamento osseo, l’osteonecrosi della mandibola è stata confermata nell’1.8% dei pazienti trattati con Xgeva e nell’1.3% dei pazienti trattati con Acido Zoledronico. Le caratteristiche cliniche di questi casi erano simili tra i gruppi di trattamento. Tra i pazienti con osteonecrosi della mandibola confermata, la maggior parte ( 81% in entrambi i gruppi di trattamento ) aveva una storia di estrazioni dentali, scarsa igiene orale, e/o uso di un apparecchio dentale. In aggiunta la maggior parte dei soggetti riceveva o aveva ricevuto chemioterapia.
I pazienti con alcuni fattori di rischio identificati per ostenecrosi della mandibola, sono stati esclusi dalla partecipazione negli studi pivotal.
Infezioni cutanee che richiedono l’ospedalizzazione ( prevalentemente cellulite )
In tre studi clinici di fase III con controllo attivo in pazienti con tumori in stadio avanzato con interessamento osseo, le infezioni cutanee che hanno richiesto l’ospedalizzazione ( prevalentemente cellulite ) sono state riportate più frequentemente in pazienti trattati con Xgeva ( 0.9% ) rispetto a quelli trattati con Acido Zoledronico ( 0.7% ).
In donne con osteoporosi post-menopausale, sono state riportate infezioni cutanee che hanno richiesto l’ospedalizzazione nello 0.4% di donne trattate con Prolia ( Denosumab 60 mg ogni 6 mesi ) e nello 0.1% delle donne trattate con placebo.
Altre popolazioni speciali
In uno studio clinico, in pazienti con insufficienza renale grave senza un tumore avanzato ( clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min ) o sottoposti a dialisi vi era un maggior rischio di sviluppare ipocalcemia in assenza di supplemento di Calcio. ( Xagena2011 )
Fonte: Scheda tecnica di Xgeva, 2011
Farma2011 Onco2011
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